Nobili parole, nobili abusi
di Anna Chillon
Titolo: Nobili parole, nobili abusi
Autore: Anna Chillon
Edito da: Edizioni Smasher
Prezzo: cartaceo 11.05 € // ebook 3.53 € [prezzi Amazon]
Genere: storico, erotico
Pagine: 268 pag.
Trama: Palazzo Leicerhampton, 1801. Rimasta orfana in giovane età, Dawn prende servizio nella dimora del conte Terence Ibelin Cristopher, venendo pericolosamente a conoscenza dei suoi biechi segreti. Non appena Terence lo scopre decide di imporre alla fanciulla troppo curiosa un crudele compromesso. Dawn deve accettarlo se tiene alla sua vita, ben sapendo che in questo modo finirà tra le grinfie del Padrone, impreparata alla sua impetuosità e al suo terribile fascino. Ed è così che nasce tra i due una relazione che stravolgerà la vita di Terence, portandolo a consumare una lotta nella quale tutto sarà messo a rischio, perfino la vita stessa. Tutto, pur di possedere la sola cosa autentica che resta. Possedere lei.
di AuriCrem
Premetto che non avevo riposto particolari speranze in questo libro, il genere non mi appassiona particolarmente ma mi sembrava un qualcosa di nuovo, una fusione di storia ed erotismo che io non ho visto spesso negli ultimi tempi (oltre ai vecchissimi Harmony triti e ritriti che vendono anche in edicola). Devo dire che non sono rimasta sorpresa dai contenuti, semmai delusa poiché, celata dietro a nobili forme (permettetemi il gioco di parole con il titolo) ho trovato una trama un po’ povera.
L’autrice non fa troppi giri di parole per arrivare al punto, e questo mi lascia un sapore amaro in bocca perché in un libro non posso aver la trama già tutta chiara davanti a me dopo 10 pagine di lettura! Ma onestamente la Chillon fa proprio questo, ci dice fin dai primi brevissimi capitoli ciò che dovremo aspettarci arrivati poi all’epilogo, e niente viene mai smentito. Tutto ciò che dovrebbe essere nascosto fra le pieghe di un fitto mistero è in realtà messo in bella mostra sotto agli occhi di chiunque.La trama non è particolarmente originale o sviluppata e sostanzialmente l’ho recepita come un susseguirsi di incontri ravvicinati con l’altro sesso, piagnistei tipici dell’adolescenza della nostra povera piccola protagonista Dawn, lettere e alleanze di natura politica, economica o con scopi molto meno nobili… insomma un’interminabile sfilza di eventi la cui connessione è un filo logico tanto sottile da essere quasi invisibile.
La protagonista ci appare troppo giovane per essere in grado di sopportare ciò che le accade e spesso ci dimentichiamo della sua giovanissima età che però ne influenza l’umore ballerino, i sentimenti contrastanti e i suoi dissidi interiori che ci perseguitano per tuuuuuuutta la durata del libro.
In realtà ho fatto molta fatica ad inquadrare l’età dei vari personaggi, e tuttora ho dei dubbi a riguardo se devo essere onesta. I caratteri di questi molteplici personaggi non vengono approfonditi poi tanto, se non tramite vaghe supposizioni abbastanza ripetitive che affollano la mente di Dawn, questa ragazzina che ogni tanto si apre con il lettore in un flusso di pensieri sregolato e disordinato. Il punto di vista dal quale il libro è narrato appare, ogni tanto, saperne quanto Dawn; a volte sembra onnisciente, talvolta ancora, sembra quello di Terence (unico nome che mi è garbato direi).
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Il finale è la parte che, in tutto questo pandemonio, mi è piaciuta di più. Il colpo di scena, seppur prevedibile, è stato apprezzato nonostante le ultime righe non svelino assolutamente niente di chiaro dei reali sentimenti di Terence, né ci dicono, a grandi linee, cosa si prospetta nel futuro di questi due amanti innamorati. Mi è piaciuto il modo in cui è stato presentato il sentimento che lega i due protagonisti: un amore burrascoso, mescolato all’odio e al disappunto, un sentimento mai puro o limpido, imperfetto e segnato da continue difficoltà. Certo, quello descritto in questo libro è il classico amore impossibile fra ricco e povero, però il modo in cui viene presentato ci fa intuire come gli stessi innamorati odino la loro condizione e il sentimento stesso che provano, senza nemmeno voler ammettere di provarlo; un sentimento talmente ben celato nelle pieghe dell’anima da diventare irriconoscibile perfino agli occhi dell’anima stessa, un amore sporco e impuro, un amore animale talmente innaturale da divenire impossibile da non provare.
Non essendo il mio genere preferito non posso purtroppo dare un giudizio particolarmente positivo, ma non me la sento nemmeno di darne uno pessimo perché lo stile è piacevole e scorrevole e per gli amanti del romance storico è sicuramente una piccola chicca da leggere tutto d’un fiato.
Anna Chillon nasce a Modena nel 1977, si diploma come ragioniera ed esercita per anni in tale ambito, pur coltivando da sempre il gusto per la scrittura. Di giorno contabile e di notte autrice, spinta dalla voglia di mettersi in gioco, nel 2010 decide di rendere pubblici alcuni scritti tramite un suo blog di racconti che si rivela un successo inaspettato. Da ciò riceve il giusto incentivo per dedicarsi al progetto “Alakim”, un romanzo urban-fantasy che l’appassiona toccandola nel vivo con argomenti quali fede e amore.