Nodi

Creato il 12 dicembre 2010 da Renzomazzetti

alé.

 Nodi. = . Segretario, l’ecologia al governo? Sì, interessante questo convegno sulle questioni ambientali. Io penso che ci sono tre nodi che vengono fuori. Il primo: la crisi che stiamo vivendo non è solamente una crisi economica. E’ una crisi economica che si salda però con una crisi ambientale pesantissima e con una scarsità di materie prime altrettanto grande. Allora non si può pensare di uscire dalla crisi semplicemente dicendo che si rilanciano i consumi o, come pensa di fare la Germania, di invadere di esportazione altri paesi. Noi pensiamo che dobbiamo tenere assieme la questione ambientale con la giustizia sociale e quindi la prima questione è che occorre la redistribuzione del reddito, la questione della riduzione dell’orario di lavoro, la questione della lotta alla precarietà devono stare insieme alla questione di una riconversione ambientale dell’economia. Punto due: per fare questo come si fa? Per fare questo c’è la necessità di un intervento pubblico perché le imprese di loro fanno la cosa che gli conviene di più non fanno quella più utile per la società; e allora ci vuole un intervento pubblico che finanzi le produzioni che riconvertono in termini ambientali e che faccia direttamente anche produzioni pubbliche su questo, penso a tutta la questione dell’energie alternative, del solare e quant’altro. Terzo punto: c’è la questione del risparmio: Non si tratta solo di fare altri prodotti. Si tratta di consumare di meno là dove si può. Tutto il tema del risparmio energetico costerebbe molto di meno e produrrebbe molto più risparmio di energia di quella che pensano di fare con le centrali nucleari. Quarto punto: i beni comuni. Noi diciamo che l’acqua deve essere pubblica, ma non solo l’acqua, è la sanità che deve essere pubblica, l’istruzione che deve essere pubblica, la cultura che è un bene pubblico e quindi bisogna impedire alle multinazionali di appropriarsi dei frutti della ricerca e della conoscenza generale facendo dei brevetti che durano vent’anni e facendo magari pagare delle medicine dei costi astronomici oppure obbligando i contadini a comprare delle sementi tutti gli anni perché quelle sementi non sono più in grado di riprodursi. Quindi allargamento dei beni comuni cioè allargamento della possibilità di soddisfare i bisogni delle persone senza dover far sì che ci sia qualcuno che ci guadagni un profitto [speculando] sopra la vendita di quei prodotti e quindi i beni comuni: scuola pubblica, sanità pubblica, acqua pubblica. Questi sono alcuni dei nodi. Assieme a questo diciamo diritti civili perché l’ambiente, la giustizia sociale e la libertà e la dignità delle persone sono i tre fondamenti di una possibile uscita dalla crisi e allora, tutta la questione dei diritti delle persone, dei diritti di cittadinanza, diritti alla libertà di orientamento sessuale così come la questione del diritto di voto degli emigranti della possibilità di stare in un paese civilmente e non di essere considerato un delinguente come invece capita in Italia sono tutti i nodi di questa questione. Uscire dalla crisi si può però bisogna attaccare i poteri costituiti di che vuole continuare a guadagnarci [specularci] anche dentro la crisi e proporre queste tre cose, questa unità di tre cose: riforma ambientale, modifica ambientale, riconversione ambientale dell’economia e delle produzioni, giustizia sociale e diritti, diritti sociali e diritti di cittadinanza, diritti dell’individuo, diritti di tutti di avere una scuola che funzioni, un lavoro decente, uno stipendio decente, una pensione per tutti, la sanità per tutti. Cioè attuare, sciogliendo questi nodi, la riconversione ambientale, giustizia sociale e diritti. -Paolo Ferrero- (retestenografatoalvolo).

IL CANTO DEL MIELE

Il miele è la parola di Cristo,

l’oro colato del suo amore.

Il meglio del nettare,

la mummia della luce di paradiso.

L’alveare è una stella pura,

pozzo d’ambra che alimenta il ritmo

delle api. Seno dei campi

tremulo d’aromi e di ronzii.

nell'orto.

Il miele è l’epopea dell’amore,

la materialità dell’infinito.

Anima e sangue dolente di fiori

condensati attraverso un altro spirito.

(Così il miele dell’uomo è la poesia

che emana dal suo petto addolorato,

da un favo con la cera del ricordo

creato dall’ape nell’intimità).

Il miele è la bucolica lontana

del pastore, la zampogna e l’olivo,

fratello del latte e delle ghiande,

regine supreme dell’età dell’oro.

Il miele è come il sole del mattino,

con tutta la grazia dell’estate

e il fresco antico dell’autunno.

E’ la foglia appassita ed è il frumento.

Oh divino liquore dell’umiltà,

sereno come un verso primitivo!

Tu sei l’armonia incarnata,

lo spirito geniale di liricità.

In te dorme la malinconia,

il segreto del bacio e del grido.

Dolcissimo. Dolce. Questo è il tuo aggettivo.

Dolce come il ventre di una donna.

Dolce come gli occhi dei bimbi.

Dolce come le ombre della notte.

Dolce come una voce.

O come un giglio.

Per chi ha in sé la pena e la lira

tu sei il sole che illumina il cammino.

Equivali a tutte le bellezze,

al colore, alla luce, ai suoni.

Oh liquore divino della speranza,

dove anima e materia unite

trovano il perfetto equilibrio

come nell’ostia corpo e luce di Cristo.

E’ la superiore anima dei fiori.

Oh liquore che hai unito queste anime!

Chi ti gusta non sa che inghiotte

lo spirito d’oro di liricità.

-Federico Garcìa Lorca-

(Granada, novembre 1918)

Viribus unitis = Cicerone =

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