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Quello che segue è lo stralcio di un articolo-intervista sul (ex) chitarrista degli Oasis apparso sul quotidiano La Repubblica il giorno 9 Dicembre 2012.
È cresciuto,ha quarantacinque anni, parla con la pacatezza di un nonno. Niente più colpi di testa, basta con le droghe ,le sbronze sempre più rare e solo lontano da casa. «Se in questi mesi ho ricevuto una lezione è questa: finché fai buoni dischi il pubblico è sempre dalla tua parte, anche in quest’epoca di grande crisi», assicura. «Oggi bisogna ragionare in un modo diverso, se vendi 1,5 milioni di dischi raggiungi almeno un’audience di 6,5 perché cinque milioni riescono ad averlo gratis. Il merito è, ora come allora, della canzone, la chiave d’accesso a milioni di persone. Tu scrivi una piccola melodia ispirata al tuo mondo, alla tua piccola realtà, e scopri che dall’altra parte del pianeta, in Uruguay, un ragazzo canta quelle parole con le stesse intenzioni. Questa è la magia del rock. La tecnologia ce la sta mettendo tutta per distruggerla. I computer, Internet, iTunes, grandi innovazioni, prodezze dell’ingegno umano — ma hanno fatto bene aI rock’n’roll? Non mi pare. Hanno aiutato a far conoscere musica migliore? Non credo. Hanno contribuito a migliorare la qualità? Tutt’altro. Ma se il mondo gira così, devi girare con lui; se il rock’n’roll diventerà un giochetto alla stregua dei videogame non ci resta che fare i pupazzi».
A me, personalmente, ascoltatore e più raramente fan, la tecnologia ha aiutato molto: mi ha dischiuso un mondo musicale di cui non conoscevo l'esistenza e che forse mai avrei scoperto del tutto. E lo ha fatto senza nemmeno dovere comprendere il download "illegale", che genera più "possesso” (anch’esso illegale?) che non conoscenza. Per decenni la tecnologia ha aiutato cantanti e musicisti a incidere canzoni in qualità audio migliore, a perfezionare la resa della voce e degli strumenti, a semplificare mixaggio e produzione, ad abbattere i costi di fabbricazione dei supporti per potere sfornare tripli DVD come se piovesse. Oggi, con la condivisione e l’infinità di risorse che corrono su internet, la tecnologia ha forse favorito anche chi sta dall'altra parte della barricata: gli ascoltatori, i fruitori, i fans. Più scelta, meno costi. Mica male... Poi, certo, antenne sempre dritte per evitare che tutto diventi “un giochetto”; pur sempre ricordando che tanta parte del Rock lo è da sempre.
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