«Non si può essere trasgressivi più di tanto a 45 anni con tre figli da crescere», ha spiegato con insolita maturità il chitarrista rock. Effettivamente, però, basta ascoltare i dieci brani di “Noel Gallagher’s High Flying Birds” per rendersi conto che lo stile di Noel Gallagher non è quello degli Oasis anche se alcuni brani, che richiamano la psichedelia, lo ricordano. I nuovi suoni di Noel Gallagher sono più melodici e meno inclini al rock fra ottoni, presenze orchestrali che ricordano Ennio Morricone, «uno dei miei compositori preferiti – rivela – visto che sono cresciuto con gli spaghetti western di Clint Eastwood».
«Non sento di aver fatto una scelta di rottura – spiega però Noel -. Il rock è una cosa da lasciare ai giovani. Io non ho più l’età, nemmeno per ascoltare le nuove band che suonano tutte uguali. Quindi non scriverò più canzoni da stadio, mi dedicherò a testi più intimisti. Non ho più una rock band e adesso sono impegnato in un processo di apprendimento che potrà migliorarmi, peggiorarmi o anche farmi restare uguale. Però – sottolinea magari per non deludere i fan della prima ora – continuerò a suonare i pezzi degli Oasis che ho scritto».
Salvate, quindi, hit come “Don't look back in anger”, il cammino di Noel Gallagher ricomincia da due, come gli album che ha già scritto. «Non so quando uscirà il secondo, forse la prossima estate. Dipenderà molto da come andrà “Noel Gallagher’s High Flying Birds”», rimarca precisando, però, di non «avere aspettative». «Da questo momento quello che accadrà non dipenderà da me – dice -. In realtà non mi interessano le vendite, non mi aspetto neanche la metà del successo degli Oasis. Credo che più o meno venderò le stesse copie e gli stessi biglietti dei Beady Eye (la band del fratello-coltello Liam, ndr). Sarei solo molto deluso se chi comprasse il mio album non lo trovasse piacevole».
E a proposito del fratello Liam con il quale i rapporti non sono mai stati buoni nonostante la convivenza negli Oasis, Noel Gallagher non si tira indietro nelle risposte. Anche se la mette sull’ironia: «Come sono i rapporti con mio fratello? Quale fratello? Paul? L’ho sentito la settimana scorsa, abbiamo parlato del Manchester City, è un gentiluomo. Con l’altro, invece, non ci parliamo. Ma non ne sono dispiaciuto».
Ciò non preclude, però, una possibile “reunion”. «Non per quest’anno, certo. Ma non vedo nulla di male nelle band che si riuniscono per soldi: pensate che se ai Led Zeppelin offrissero 5 milioni di dollari non si rimetterebbero insieme? A tutti piacciono i soldi. Quindi fate la vostra offerta», risponde utilizzando sempre quel sottile tono ironico e disincantato che non abbandona per tutta la conferenza stampa.
In attesa della possibile ‘reunion’ milionaria, però, Noel Gallagher comincerà il suo tour in giro per il mondo il 23 ottobre e passerà in Italia il 28 novembre, quando suonerà all’Alcatraz di Milano con una band classica. «Chitarra, basso, batteria e tastiera che però potranno cambiare, non voglio mettere su una band fissa. I musicisti cambieranno a seconda delle esigenza», afferma confessando, poi, la sua più grande paura: salire sul palco da front-man.
«Lavorare in studio per registrare l’album è stato facile perché ho lavorato col mio ritmo controllando tempi e modi. Il brutto sarà dal vivo perché dovrò stare al centro del palco, cosa che al contrario è molto fastidiosa», conclude Gallagher atteso da solista alla prova del palco.
(Pubblicato su La Sicilia del 27 settembre 2011)