Dal rapporto padre figlio da scoprire e costruire di "Scialla! (Stai Sereno)" con "Noi 4" Bruni resta dunque vincolato ai legami familiari (moderni?), estesi qui a una famiglia intera, la quale tuttavia, come nucleo, è rimasta tale solamente in una foto mentre ora vaga, divisa e in difficoltà, afflitta dalla mancanza di coesione e orfana degli appoggi a cui potersi aggrappare per non cadere a terra. Questo è il modo più elementare per il regista di allargare quindi la rete e aggiungere al mezzo cerchio del padre (qui in versione immatura e inaffidabile) e del figlio, già analizzato, l'altra metà prima mancante: montando dunque una trama intrecciata che segue, in una sola giornata, le vite dei quattro protagonisti sia singolarmente che intersecandole, aventi il comune denominatore dell'esame di terza media che il piccolo Giacomo deve effettuare e a cui tutti dovranno assistere.
Con queste dinamiche allora l'aumento del livello di difficoltà inserito da Bruni emerge e e si fa sentire, mostrando sullo schermo le oscillazioni di chi, ancora poco sciolto nel mestiere, non può fare altro che sbattere contro l'ostica battaglia della gestione delle interpretazioni e del bilanciamento scenico. Battaglia combattuta, pian piano, in corsa e riportando qualche livido, ma comunque riuscendo velocemente a raddrizzare il tiro e ad intercettare, infine, il giusto equilibrio necessario ad infondere attimi emozionanti e, a tratti, commoventi.
Perché in fondo quello di "Noi 4" è un cinema che tenta di essere meno di finzione possibile, un cinema che fa sempre bene perché non cerca a tutti i costi il lieto fine, un cinema a cui, al massimo, si può rimproverare la leggerezza di qualche piccolo difetto legato al troppo affetto verso ciò che racconta ma a cui sarebbe ingeneroso annodare la falsità di tanti altri prodotti che sempre più di frequente inquinano la nostra industria.
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