Ancora nessuna notizia di Rossella Urrru. Noi nonne attendiamo con preoccupazione e speranza…
Riprendo il tema dei nostri vecchi a causa di Verdetto finale, una trasmissione che simula un “processo”, con tanto di testimoni e avvocati. Non la vedo nè so quali soggetti vi ricorrano più numerosi, ma essendo capitata sul canale TV mentre era in corso, ho assistito all’acceso dibattito tra una signora anziana e sua figlia cinquantenne, a mio avviso molto istruttivo e pertinente.
Ricorrente era la mamma, 76 anni, la quale chiedeva di essere liberata dalla sgraditissima badante, assunta e pagata dalla figlia. Si trattava, se ho ben capito, della quinta o sesta persona da lei rifiutata, e l’attuale era ritenuta ottima sia dalla figliola che dal padre, marito della signora. Questa – lucida e molto loquace, un po’ claudicante per un intervento all’anca, ma per il resto in buona forma – sosteneva di non avere alcun bisogno della donna, che in pratica le impediva l’autonoma gestione di se stessa e della casa. Un aiuto domestico giornaliero era secondo lei sufficiente anche rispetto alle esigenze del marito, in discrete condizioni ed esente da patologie significative.
La figlia, unica, era ovviamente di tutt’altro avviso. Lavoratrice e madre di tre figli, sottraeva di buon grado 800€ mensili alle finanze familiari proprio perché , nell’impossibilità di provvedere di persona, voleva essere sicura che i genitori fossero accuditi e curati al meglio. Saperli soli le avrebbe procurato ansia, senza contare che il padre condivideva, mostrando apprezzamento per l’opera della badante. Pulizia, cucina, commissioni, assunzione regolare delle medicine e quant’altro erano così garantite.La madre era però ben ferma nel suo rifiuto. Se la figlia si fosse ostinata nel conservare la badante, lei avrebbe lasciato la sua casa, trasferendosi in quella della sorella minore, e chiedeva allo scopo il versamento di 400€ al mese, necessari per le sue spese. La figlia trovava assurdo il proposito, anche a causa dei rapporti fin lì poco armoniosi tra le sorelle, e dichiarava di non potere in alcun modo versare la somma, che avrebbe elevato il suo impegno a favore dei genitori a ben 1200€. Al che la mamma obiettava che, licenziando appunto la badante, avrebbe realizzato una grande economia… E così via, ognuna ripetendo con veemenza i suoi argomenti.
Il verdetto è stato a favore della madre, come anche un sondaggio, trovato poco fa in rete. E non meraviglia: appare certo prevaricante l’imposizione, tanto per sentirsi tranquilla, di una figura estranea nella casa di una mamma in grado di decidere da sola. Eppure la figliola compie un sacrificio economico per assicurargliela; possibile che la sua ostinazione non abbia qualche fondamento e la madre sopravvaluti la sua condizione e quella del marito?
Ho provato a mettermi nei panni dell’una e dell’altra donna. E la domanda mi sembra questa, spinosa: c’è un modo giusto per stabilire che i nostri vecchi non possono più decidere da soli?
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