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Noi siamo guardie della memoria

Creato il 22 giugno 2014 da Casarrubea
commemorazione 22 giugno 1947

commemorazione 22 giugno 1947

Si è svolta questa mattina la celebrazione del 67° anniversario della strage di Partinico: una strage che rappresentò la continuazione di quella di Portella della Ginestra del 1° maggio precedente che, a sua volta, era stata seguita, sempre a Partinico, dall’uccisione del sindacalista Michelangelo Salvia, avvenuta l’8 maggio 1947. Una settimana dopo Portella. Salvia fece la stessa fine di Carnevale (16 maggio 1955), a Sciara, essendo stato sfigurato a colpi di fucile dai suoi sicari. Il fatto tragico e inaccettabile è che lo Stato, allora occupato da burocrati del regime mussoliniano, non mosse un dito per fare giustizia. Tant’è che a oggi ufficialmente non si è celebrato un processo contro i mandanti di Portella e Partinico e, in alcuni casi, come in quello di Accursio Miraglia di Sciara (gennaio 1947), di Calogero Cangelosi (Camporeale, aprile 1948) e di Salvia, oltre che di molti altri didigenti sindacali, non esistono agli atti documenti che abbiano concluso un percorso istruttorio e portato i colpevoli nelle aule dei tribunali. Se questo è uno Stato democratico io sono il Padreterno.

Per i caduti di Partinico i giudici emisero la loro sentenza scaricando tutte le responsabilità su un solo bandito di nome Salvatore Passatempo, quando decine di atti che sono stati consegnati alla magistratura denunciano chiaramente che l’attentato di Partinico fu commesso da almeno quattro persone fornite di un “camincino rosso”. Tutto si è negato ai familiari delle vittime. Il dott. Pignatone, alcuni anni fa, respinse la richiesta di riapertura del processo di Portella, avanzato da chi scrive (un corposo dossier di documenti) ma il magitrato, appoggiandosi anche a pareri di certo mondo accademico, totalmente estraneo allo studio delle fonti archivistiche, e negò validità all’evidenza dei fatti. La parola magica è stata ‘archiviazione’. Quella stessa che ha chiuso il caso sul DNA eseguito sul corpo di Giuliano di cui non siamo riusciti a rintracciare, certamente per ennesima colpa nostra, nè la relazione della Commisiome scientifica che esaminò i prelievi, nè tanto meno il testo con le motivazioni del decreto di archiviazione medesimo. Tentereno ancora grazie all’avvocato Armando Sorentino o al nostro avvocato nella causa che abbiamo intentato contro Giuseppe Sciortino figlio della famigerata Mariannina e nipote di suo fratello il capobanda Salvatore Giuliano. L’ex Procuratore della Repubblica, Pietro Grasso, promise allora di occuparsi della faccenda, ma poi passò dalla Procura di Palermo all’Antimafia nazionale, e quindi alla presidenza del Senato, e tutto sì bloccò a quel punto d’inerzia istituzionale.

Dopo quarant’anni di fatiche, ricerche, porte sbattute in faccia, non ho più voglia di inseguire il cosiddeto Stato. Il presidente della Repubblica Napolitano, quando un paio di anni fa venne in Sicilia, per tutti i vecchi sindacalisti ammazzati e senza giustizia, seppe fare due sole cose: partecipare a una messa a Corleone durante la quale il vescovo storpiava il nome di Rizzotto, non sapendo assolutamente nulla della sua storia, e consegnare una bella medaglia d’argento ai familiari di Rizzotto medesimo. Crediamo che il nobile gesto denotasse che tutte le altre vittime valessero meno e non meritassero neanche il lontano sospetto che anche loro, potevano meritare una bella messa solenne. Ma forse è stato bene così perchè riti simili, piuttosto che glorificare le vittime della mafia e del terrorismo politico, non servono a rinfrescare le anime dei caduti. Esse restano più contente di additare alla storia quanti  dalla loro posizione di potere fanno da sempre il bello e il cattivo tempo. Con la benedizione di qualche celeste e insostituibile protezione sacerdotale e di qualche organizzazione altrettanto benedetta. Da parte mia odio i riti vuoti e le messe cantate e preferisco dare un segno di amore a chi me lo chiede. Ma senza farlo sapere a nessuno e mettendo la mano nelle mie tasche.

Giuseppe Casarrubea

N.B.: Testo riletto alle ore 17,48.

Intervento del presidente del consiglio comunale di Partinico alla manifestazione di stamattina, domenica, 22 giugno 2012:

Intervento del Presidente del Consiglio F. Aiello alla commemorazione del 22 giugno 1947

 


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