"L'elemento più straordinario che emerge da questo episodio è che la nostra individualità, per noi stessi e per i nostri cari, dipende dal cervello [...]. Dopo aver subito un danno cerebrale di una certa entità. non si è più la stessa persona. Se una donna ha il morbo di Alzheimer, non è più la stessa. Prima dell'incidente, Phineas Gage era una persona amabile e affidabile. Dopo, diventò irascibile e impaziente: << Non è più Gage >>. [...] Fu l'esempio più noto, e tale rimane, di un uomo la cui personalità cambia improvvisamente per un danno a una parte specifica del cervello. [...] La nostra individualità dipende in modo ineluttabile dall'integrità del cervello. Se il cervello è gravemente compromesso, anche noi lo siamo. L'errore di cui Damasio accusa Cartesio nel titolo del suo libro [ L'errore di Cartesio] era quello di separare corpo e anima. Cartesio descriveva l'anima o, come diremmo noi oggi, la mente, come immateriale e distinta dal cervello. Pensava che l'anima dell'uomo potesse incidere sul cervello allo scopo di creare razionalità. L'incidente avvenuto a Phineas Gage ci informa inequivocabilmente che, se è compromesso il cervello, lo è anche la mente. E se per anima intendiamo la personalità, purtroppo anch'essa è alterata se è alterato il cervello. Forse Cartesio non era molto lontano dal vero pensando che nell'anima ci fosse l'essenza dell'individuo. È difficile pensare a tale essenza come a qualcosa di materiale, pensare alla materialità dell'anima nello stesso modo in cui si pensa che il pollice è materiale. L'errore, se ce n'è uno, si verifica quando dobbiamo applicare questo concetto a qualcuno che conosciamo e amiamo: è difficile per noi uomini riconoscere che l'immateriale è profondamente legato a ciò che è materiale".
(Keith Oatley, Breve storia delle emozioni, Il Mulino)