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Noia

Creato il 31 maggio 2011 da Gadilu

Noia

Non è che mi manchi la voglia di festeggiare. Il punto è che è difficile sapere esattamente “cosa” (si fa un gran parlare di “liberazione”, per esempio, ma intanto quello è ancora lì, sicuramente indebolito, sicuramente ferito, ma sempre ben piantato sul suo scranno, anzi deciso più che mai a leggere la lezione delle amministrative da par suo, cioè negando la realtà, sovvertendone i segni, illudendosi di poterla concellare con un nuovo sondaggio o un nuovo lifting della propaganda). Problema minore, si dirà. Intanto godiamoci il momento e speriamo davvero che il vento sia cambiato (una volta tanto uno slogan che ci ha detto bene). Comunque, in attesa della festa (quella “vera”), io sento di formulare una domanda preventiva: ma se davvero davvero questa lunga notte stesse per finire, se davvero questi bui diciasette anni si sciogliessero in una nuova alba, cosa rimarrebbe ESATTAMENTE di quello che abbiamo vissuto? È una domanda che rivolgerei anche ai suoi sostenitori. Perché diciasette anni sono davvero lunghi e qualcosa – qualsiasi cosa – dovrebbe pur rimanere al di sotto del cumolo di macerie che si sono andate via via raccogliendo ai nostri piedi. Invece -  e mi dispiace anche dirlo – io penso che questi diciasette anni (posto che rimangano solo diciasette) siano stati diciasette anni buttati semplicemente via. E non lasceranno ricordi, non lasceranno esperienze, non lasceranno emozioni per le quali si possa dire che ci siamo stati anche “noi”. Lasceranno ovviamente la sua “effige”: scalfita e riprodotta milioni di volte (dai discorsi dei suoi sostenitori e dei suoi detrattori). Ma per l’appunto solo quella. E poi:  un vago sentimento appena più corposo di una terribile e arida noia.



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