Indipendentemente da chi siamo e da cosa facciamo, ogni giorno ognuno di noi vende se stesso al resto del mondo attraverso un’operazione di marketing che va dall’abbigliamento al sorriso alla stretta di mano.
C’è poi una parte di questo “marketing” che qualcun altro ha scelto per noi, confezionandoci un nome e un cognome che ci porteremo dietro per tutta la vita e che immancabilmente dovremo pronunciare ogni volta che ci presentiamo.
Se ci chiamiamo Marco Bianchi o Davide Balboni nessun problema, ma se ci chiamiamo Oceano Elkann o Falco Briatore possiamo star sicuri che l’unica cosa che tratterrà il nostro interlocutore dal riderci in faccia è il fatto che siamo pieni di soldi.
Io, che dall’asilo all’università sono stata massacrata di prese in giro, ho fatto pace con l’anagrafe proprio quando, aprendo questo blog, ho scoperto di avere un nome e un cognome estremamente seo
Eppure, se per decidere il nome e il brand di un prodotto vengono consultati esperti e vagliate decine di ipotesi, molti genitori, prima di affibbiare un nome al pargolo, non provano nemmeno ad eseguire un rapido “montaggio” col cognome per vedere cosa ne viene fuori, e così nascono i “casi italiani” come Massimo Orgasmo o Felice Della Sega o Gustavo La Passera.
E ora ditemi che non avete riso.