
“Lo chiameremo Venerdì” e Venerdì fu, fino a quando una sentenza della Cassazione non decise, che quel buffo nome, simpatico in un cartone, non poteva essere il futuro beffardo che due genitori avevano imposto al proprio figlio, e l’ha cambiato in Gregorio. Questa sentenza qualche anno fa fece scalpore e divise gli interessati tra chi riteneva un sacrosanto diritto scegliere liberamente il nome per i propri figli e chi, invece, li avrebbe mandati alla gogna per quella che consideravano una “crudeltà morale”. Come sempre tra i due estremi c’è sempre una terra di mezzo e così come i poli sono in genere limitati e poco estesi mentre il centro è il fulcro ed è vasto, tra Mario e Venerdì c’è un intero mondo dove navigare e se è vero che non esistono nomi brutti esistono però nomi vietati e, per chi fosse curioso, ne parlo QUI





