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Questo è il preambolo.
Desidero oggi non dilungarmi, perché già ho scritto la mia opinione sui fatti genovesi del luglio 2001, sulla sentenza di Strasburgo che ci bacchetta per non aver mai creato il reato di tortura e sulla faccia a forma di culo di coloro che colgono quest'occasione per delegittimare le forze dell'ordine.
Luca Casarini, ai tempi del G8 di Genova leader delle "tute bianche", oggi in Parlamento con Sel, si è ripetutamente scagliato contro poliziotti e carabinieri perché si dichiara "per la democrazia e contro la violenza e il fascismo". A parte il fatto che il termine "democrazia" significa " governo del popolo" e nient'altro, sorvolando sul fatto che le nostre forze dell'ordine non portano cucita sul berretto la croce celtica, vorrei capire come l'ex leader delle "tute bianche" possa arrogarsi il diritto di schierarsi dalla parte della non-violenza. Basta andare su Youtube per vedere Casarini, più giovane di quattordici anni, affermare che il movimento da lui capeggiato è sempre pronto anche allo scontro con le forze dell'ordine, perché è noto che la sinistra intera è sempre pronta a parlar di diritti ma quasi mai di doveri, e di quei diritti spesso ne abusa. Aveva i capelli più lunghi, qualche chiletto di meno, segno che si sta imborghesendo pure la sinistra dura e pura, quella rosso fuoco e con la bandiera arcobaleno attaccata sul balcone di casa. Magari, però, un appartamento a Roma in zona Parioli, non certo in periferia. In piazza adesso, Casarini e i suoi compagni, ce li vedi di meno perché il girovita è aumentato di misura a causa di troppo tartufo o caviale, quindi sarebbe problematico correre più veloce degli agenti in tenuta antisommossa. Però negli studi televisivi ci son sempre, eccome, e pontificano e giudicano e disprezzano cose che loro in passato hanno fatto o avallato decine di volte. Come quando Casarini giustificò il grido "dieci, cento, mille Nassiryia", durante la manifestazione a Piazza Venezia del 2004, poiché si trattava solo di slogan, roba da poco insomma. La libertà di dire e fare cazzate viene sempre prima di tutto per Casarini, infatti chiunque deve esser libero di inneggiare ad una strage di soldati italiani.
E le forze dell'ordine che giornalmente coprono le spalle anche, e soprattutto, ai cittadini come lui? Ma vadano a cagare, sono dei retaggi fascisti, ci privano dei nostri diritti. Anzi, anche dei nostri doveri, perché fare o dire cazzate è pure un dovere.
Allora, momentaneamente, pure io esercito un mio diritto-dovere. Li mando tutti, Casarini e i suoi compagni, affanculo.
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