Cerca le atmosfere degli Hammer anni ’50 questo Non aver paura del buio… e ovviamente non riesce a trovarle.
Tuttavia Troy Nixey fa un buon lavoro ed il risultato è un horror discreto che non forza la mano sugli orrori e gioca sulle paure classiche.
Alex e Kim stanno restaurando la mega villa appartenuta nell’800 al pittore Blackwood, misteriosamente scomparso.
Vivono lì con l’intenzione poi di rivendere il lavoro fatt0.
Li raggiunge Sally, la figlia di Alex, che ovviamente ha problemi con i genitori e non ha nessuna intenzione di fare amicizia con Kim.
I problemi però sono altri, perchè nella villa vivono delle minuscole creature che da secoli si cibano di denti e ossa di bambini e ovviamente mettono Sally nel mirino.
La bimba però non riesce a convincere nessuno dell’esistenza delle creature, che pare abbiano paura solo della luce.
E così dovrà vedersela da sola fino alla scoperat dell’alleato meno atteso.
Come detto il film poggia tutto sulle paure classiche dei bambini.
I mostriciattoli vivono nel buio, gli adulti non credono alla loro esistenza, e per di più portano un dollaro d’argento in cambio di un dentino (pensavate fosse la fatina buona dei dentini? Mi spiace deludervi!).
Su queste atmosfere classiche il film gioca bene e Nixey sfrutta la splendida location che ha a disposizione.
Guy Pearce non brilla, mentre invece mi ha sorpreso Katie Holmes, convincente e senza il sorrisino fisso stampato sul volto.
Splendida poi la piccola Bailee Madison, brava in tante situazioni, comprese le difficili scene con i mostriciattoli che al momento delle riprese ancora non esistono.
E veniamo proprio ai mostriciattoli, che sono delle specie di topi antropomorfi.
Guardando il film ho pensato che sarebbe stato meglio non farli vedere, mantenere la suspance sull’esistenza o meno, continuare a giocare con i mostri di cui hanno paura i bambini.
Man mano che il film prosegue le cose si fanno però più reali e i mostriciattoli prendono la scena. A quel punto è inevitabile vederli ed impossibile non notare la mano di Guillermo Del Toro (che del film è sceneggiatore) nella loro realizzazione.
Nota finale.
L’intro che ci presenta la fine di Blackwood all’inizio dell’800 è affascinante ma anticipa risposte che sarebbe stato meglio avere molto più avanti nel corso della storia.