Al Teatro Libero di Milano, torna, dopo il successo già avuto a settembre, lo spettacolo Non buttiamoci giù, tratto dall’omonimo romanzo di Nick Hornby.
Luciano Roman è Martino, Maria, Jess e il ragazzo con i capelli lunghi, quattro persone completamente diverse che si ritrovano casualmente (o meno) nella Casa dei Suicidi, la notte dell’ultimo dell’anno, con lo scopo di buttarsi giù dal tetto. Qualcuno ha portato una scala per scavalcare il muretto e arrivare al parapetto, qualcuno ha preparato tutto per far sì che quella notte fosse possibile, qualcuno ha capito all’improvviso che non era un caso trovarsi in quel posto quella notte, ma un chiaro segno del destino, e qualcuno ha deciso di suicidarsi intanto che lavorava.
Tutti i personaggi, rappresentati contemporaneamente da Roman – che passa da un dialetto all’altro, da un tono di voce all’altro, con incredibile velocità e mantenendo perfetta coerenza – hanno i loro buoni, buonissimi o meno buoni motivi per buttarsi giù, e nessuno di quei quattro pensava di scendere in altro modo che non fosse stato quello; eppure il loro incontro li placa, almeno per quella notte, e iniziando a raccontare le lore storie personali si scoprono e capiscono meglio, forse sentendosi meno soli, sicuramente meno pronti ad abbandonare la vita. “Perché io non volevo farla finita perché odiavo la vita, ma perché l’amavo troppo”, questa è la verità cui approdano i nostri.
Nick Hornby ha scritto un romanzo il cui inizio cinico può far pensare a un’amarezza di fondo, ma che invece è un’intelligente critica alla nostra società conformista e basata sull’immagine e il successo (del libro, trovate qui una nostra recensione), Luciano Roman se ne serve allo stesso modo per tirare stoccate alla nostra attualità (nomi voltati all’italiano e riferimenti al nostro contesto), dando prova di vivacità di spirito e ottima capacità di scelta, oltre che di grande bravura attoriale.
Fino a domenica 11 novembre lo spettacolo sarà ancora a Milano, tutte le informazioni qui.
Azzurra Scattarella