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Non buttiamoci giù – Pascal Chaumeil, 2014

Creato il 16 marzo 2014 da Paolo_ottomano @cinemastino

non-buttiamoci-giùCapita pure che un titolo italiano possa conservare l’ambiguità e l’ambivalenza dello’originale, qualche volta: non buttiamoci giù dal grattacielo più celebre di Londra, la notte di Capodanno; ma non buttiamoci giù anche in senso più ampio, trovando una ragione per desistere dal suicidarci e condividere con qualcun altro le nostre angosce. Sotto la forma di una commedia in equilibrio precario tra il dissacrante e la riflessione seria, il film racconta appunto la storia di quattro individui molto dissimili che non riescono a uccidersi perché qualcun altro ha avuto la stessa idea, e ha rubato la scena e il momento a ognuno di loro. La colonna musicale, la voce fuori campo e la prima sequenza in cui Martin (Pierce Brosnan) trascina sulle spalle per piani e piani di scale un’altra scala, a pioli, ci segnalano che assisteremo a un dramedy venato di stereotipi indie, confermati dall’entrata in scena degli altri personaggi: J.J., Maureen e Jess, rispettivamente interpretati da Aaron Paul, Toni Collette e Imogen Poots. D’altra parte, dei buoni personaggi devono essere sempre a metà strada tra un modello predefinito e una persona reale, per apparire realistici – non prenderemo in considerazione il romanzo di Nick Hornby da cui il film è tratto – e questa storia si regge soprattutto sulla loro caratterizzazione, piuttosto che su una trama al cardiopalma. Ne risente il ritmo complessivo, un po’ lento e prevedibile, nonostante buona parte delle singole scene sia costruita con i tempi giusti, soprattutto quelle in cui Jess è al centro dell’attenzione. Ne risente il tema trattato, ovvero la ragione spesso introvabile o apparentemente troppo debole per la quale dovremmo rinunciare alla nostra vita: l’intenzione è quella di affrontarlo con agilità, leggerezza, ma l’alternanza a tratti ripetitiva di pianti e risate forzate, crisi d’identità e voglia di definire se stessi in una cornice stabile, diluisce troppo il piacere del racconto perché non lo amalgama a regola d’arte. Questo non pregiudica comunque la visione del film, comunque gradevole e poco impegnativa, ma nulla di più.

Paolo Ottomano

Ecco la recensione su Cinema4stelle.



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