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Non c’è bisogno di mettere fretta alla pioggia.

Da Fishcanfly @marcodecave

 

Ci sono momenti della tua vita che vorresti davvero aver fatto altro. Ti chiedi perché dopo 22 anni ti trovi a mugugnare davanti un’impossibilità, oppure perché a 48 anni ti trovi a dover ricominciare daccapo. Ci sono, tra l’altro, quei momenti che vorresti cancellare, che vorresti eliminare. Che sono inutili. Inutili, punto e basta. Quei momenti d’ansia per fare qualcos’altro o quei momenti che sono ponte per fare qualcos’altro.

Esempio: il tempo che ci mettete dalla porta di casa vostra all’auto. Da casa vostra all’autobus. Dall’autobus alla classe dell’università. Dall’ultimo scalino prima della spiaggia al mare. Momenti morti. Quei momenti che desidereresti mettere un bel forward. Premi tasto, avanti.

Non c’è bisogno di mettere fretta alla pioggia.

Ci penso spesso: mi trovo a camminare e ad arrivare a dei punti per poi unire altri punti, quando sarebbe molto più comodo avere un comando che ti permetterebbe di vivere la vita on-demand. Eppure, ultimamente, mi sono convinto del contrario.

E me lo ha spiegato il mio comandante, Lordbad. Mi ha detto il vegliardo: ‘Vedi, non puoi semplicemente pensare di togliere dei momenti semplicemente perché pensi sono meno speciali di altri. E ti faccio anche un esempio. Prendi per esempio la goccia di Chopin. In quel componimento c’è una sola nota che sbatte e ribatte durante l’intera composizione. Ecco, se togli quella goccia, pensi che la vita sarebbe uguale? È come se, andando avanti, togliessi il senso della melodia. Non puoi pensare alla vita come l’insieme degli attimi che tolgono il fiato, ma come il fiato che esce dalla totalità degli attimi’.

Allora,  mi metto ad ascoltare la goccia. Scorre. Non c’è bisogno di mettere fretta alla pioggia.



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