Sto facendo pace con me stessa. Nonostante sappia, razionalmente, che non è stata colpa mia, che non ne potevo nulla, che era così. C'è chi lo chiama destino, c'è chi lo chiama semplicemente vita, chi come me un pò e un pò, dipende dai giorni.Eppure questi tre anni di ricerca il segno lo hanno lasciato.Anche se il solco più grande lo ha lasciato la perdita di quello che si era finalmente trovato. In ordine cronologico:Sono stata una ragazza fertile e sicuramente colta di sorpresa.Sono stata una donna, una mamma consapevole che ha cercato. Cercato e cercato.Mi sono sentita incapace, sbagliata, brutta, stanca, speranzosa, illusa, ingrata, disillusa, impotente, prepotente, piccola e fragile.Sono stata felice. Avevo cercato e trovato. Poi sono morta dentro, come il mio bambino.Mi sono rialzata. Per forza. Su gambe molto traballanti.Mi sono sentita più imperfetta del solito, sfortunata, bruttissima, arresa e soprattutto arrabbiata.E adesso sembro una normalissima donna fertile.Mi sento bene, bella, spaventata, fiduciosa. E non ci capisco più nulla.Sembra troppo facile, tanto quanto prima sembrava difficile.E' cambiato tutto.
Tutto quello che è stato è rimasto.In quella parte di me che sono.
Roma è Roma, bella sempre. Quando ci vivevo prima che tutto cambiasse, anche se era già cambiato molto.Oggi che tutto è cambiato ancora e ci siamo tornati in quattro.Caotica, intrigante, impaziente, usata, improvvisa.Fa bene realizzare che ci sono delle costanti. Anche se noi cambiamo, dentro e fuori.Che siamo dei puntini su una mappa.E ridimensionare.Fa bene ritrovare quei pezzetti di te che avevi seminato proprio lì.Per un momento realizzare che non è tutto stravolto.E fare pace. Con le tante me.
Trastevere
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