Mina Welby
Ieri sera, mi sono soffermato ad ascoltare la storia prima, e le parole poi, di Mina Welby, moglie di Piergiorgio le cui vicende riscossero una giusta eco mediatica, anche per via del toccante messaggio inviato dallo stesso al Presidente della Repubblica. Dalle parole di Mina e dal racconto di Saviano emerge infatti non tanto la volontà di morire, quanto la pretesa di poter disporre del proprio destino, la pretesa di poter discernere ciò che è vita da ciò che non lo è più, e nello specifico, quello che pare non riescono a capire i cattolici, non tanto delle vite altrui, ma della propria.Nella storia di Piergiorgio, risalta al contrario dell'immagine che la retorica cattolica cerca di imporre, un attaccamento alla vita assai particolare, nonché un quadro che di forza e debolezze che fa esclamare, senza timore di essere blasfemo, "Ecce Homo".Vi sono le promesse fatte e quelle non mantenute, come quella che Mina fece al suo Piergiorgio di lasciare che la malattia lo portasse via quando la respirazione fosse diventata impossibile senza l'ausilio delle macchine.
Piergiorgio Welby
Mina non riuscì a mantenere la promessa, e Piergiorgio la perdonò: come poteva non perdonare una donna che aveva sposato contemporaneamente lui e la sua malattia? Vi sono poi, le ultime parole di Welby, l'ultimo dubbio, per Mina, la quale con grande umanità dissipa il tutto con quel "sono stata felice".Vi è quella morale alternativa a quella cattolica, che i cattolici non vogliono nemmeno pensare possa essere adottata, che prevede il discernimento di ciò che è vita da ciò che non lo è più; morale per la quale è lecito chiedersi se è sempre giusto fare di tutto per rimandare l'attimo fatale, o se in certe condizioni, la volontà della persona debba prevalere su quella di coloro che per giuramento o per fede si sentono in dovere di fare il possibile e che implichi il limite di questo "possibile", quando esso rischia di divenire vero e proprio accanimento.D'altra parte la morale cattolica è, a conti fatti, il risultato di una somma di interpretazioni fatte da alcuni uomini su "presunti testi ispirati" da una divinità, interpretazioni delle quali, per logica autoreferenziale, gli stessi uomini o i loro eredi si sono arrogati l'infallibilità. Morale, quella cattolica assolutamente lecita e da rispettare a prescindere in quanto tale, sebbene personalmente ritenga che il rispetto vada in qualche modo guadagnato e contraccambiato, cosa che nella millenaria storia di questa religione, dire che non sempre è stato così è semplice eufemismo.Risibile nella sua infantile esposizione dunque il testo pubblicato sul sito di Avvenire quando nel solito inspiegabile vittimismo si denuncia cheMai una sola volta tra i suoi invitati uno dei 3.000 genitori delle altre Eluane, quelli che le curano nelle loro case, senza chiedere che di essere aiutati.Al di là che non è chiaro perché una trasmissione debba in qualche modo dare voce a tutti (che senso avrebbero le scelte editoriali, che per l'appunto sono "scelte"), è fin troppo semplice rispondere che i cattolici e la Chiesa, di cui Avvenire è un'autorevole voce, che sia in Rai che nelle reti Private essi hanno ampissimi spazi per dire tutto quello che credono e vogliono.
La Salma di Francisco Franco, tumulato in terra consacrata
Inoltre non si spiega perché si debba dare per forza voce a quei 3000 genitori che di fatto per ammissione stessa dell'autore dell'articolo nulla chiedono?Tomba del bandito Enrico de Pedis
presso S.Appolinare, chiesa appartenente
All'Opus Dei