Siccome lo Stato riduce i trasferimenti allora noi aumentiamo le tasse, anzi siamo costretti a farlo. In sintesi il discorso della nuova amministrazione comunale è questo, nell’approvare l’aumento dell’addizionale Irpef dallo 0,5% allo 0,6% con un’esenzione per i redditi annui fino a 10mila euro (ecco la delibera ispirata da Adam Smith). E perché di contro non alzare il tetto dell’esenzione, visto che persino la San Vincenzo non ce la fa più a rispondere alle richieste di aiuto? Oltretutto l’Italia, grazie a vent’anni di spese folli dei governi Pdl-Lega, di condoni e ingiustizie di ogni genere (Pdl e Lega governano Pizzighettone senza arrossirne), detiene un record di pressione fiscale che potrebbe passare alla storia.
Le mura di Pizzighettone sono reazionarie
Dunque di fronte alla crisi economica – internazionale, non governabile dalla sola Italia, indotta da poteri più potenti degli Stati stessi – di fronte a una svolta economica di portata addirittura intercontinentale, che minaccia addirittura la forma Stato, la fine dello Stato sociale e persino delle procedure della democrazia repubblicana stabilite nel dopoguerra dalla Costituzione, i Comuni dovrebbero semplicemente badare al proprio bilancio, come se i cittadini non esistessero?
Non intervenire in aiuto dei cittadini, delle famiglie, delle imprese, non spendendo soldi che non sono disponibili, ma tenere i conti in ordine come i cittadini non ci fossero e il Comune fosse nulla più che un azienda privata?
I quattro consiglieri comunali delle opposizioni hanno votato contro, i sette della maggioranza a favore, zero gli astenuti nel consiglio comunale del 20 luglio.
Quel che offende i cittadini è che l’amministrazione comunale non fa che applicare il metodo più semplice e banale per salvare il suo bilancio e non quello degli abitanti.
Le risorse economiche a Pizzighettone ci sono: privati di grandi disponibilità ci sono, ma anche la media borghesia esiste. Soffre non poco il ceto medio basso e le persone e le famiglie sull’orlo del baratro, dal ceto medio alla povertà.
I soldi ci sono ma circolano poco. Per il turismo locale, giustamente, per altre iniziative, ma per fare la spesa non molto. Il ceto medio soffre e va aiutato con iniziative trasversali, accordi fra pubblica amministrazione e privati (Comune e commercianti, Comune e piccoli proprietari di immobili per abbassare gli affitti, per fare due esempi) e ridistribuzione della ricchezza. Pdl e Lega in Lombardia non combattono granché l’evasione fiscale. Alcuni Comuni, come Cremona, si impegnano con forza, altri sembra che non ci credano, ma il protocollo d’intesa fra Anci e Agenzia delle Entrate, che segue alla legge sul federalismo fiscale, consente questa battaglia contro l’ingiustizia fiscale.
La delibera di Pizzighettone non propone altro che un mero calcolo ragionieristico. Ma la pubblica amministrazione dovrebbe farsi carico dei problemi causati da risorse economiche esistenti ma bloccate, appartenenti ai privati che non le adoperano per la collettività.
Allora perché non stimolare l’associazionismo economico dov’è assente? Gruppi d’acquisto e corrispondenti sconti, ad esempio. Tassazione di scopo (sociale, contro la povertà) sui patrimoni più elevati. Ma ci può anche essere un volontariato borghese e illuminato: professionisti (come medici e avvocati) che lavorano gratis per i più deboli. Associazioni e accordi a vasto respiro posso rendere non troppo onerosa questa pratica, che a Cremona e altrove le associazioni Articolo 32 e Avvocato di strada mettono in atto con ottimi risultati.
La fantasia non può mancare: l’economia non può seguire proprie logiche considerate come fossero sacre leggi di natura per aumentare a dismisura le disuguaglianze. Sono “leggi”, anzi modi di fare malamente consolidati, che si possono risocializzare con beneficio generale.
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