L’arrivo in massa dell’aria del Sahara e delle infiltrazioni marittime sono state la causa dei cambiamenti climatici in Marocco. Le regioni più colpite dalla pioggia fuori stagione sono state il Tangerino, il Saïss, il nord dell’Orientale e il centro. Il clima ha manifestatamente perso la bussola. Delle perturbazioni inabituali sono state registrate durante il mese di maggio e i la prima decade di giugno. Temperature eccessive con degli aumenti tra il +5 e + 7, ma anche violenti temporali di rara intensità come a Tangeri dove, in meno di 3 ore, sono scesi oltre 67 mm di pioggia. E poi la grandine che ha distrutto le colture come mai si era visto in passato. Il dato di fatto è che in questi ultimi due mesi delle condizioni climatiche eccezionali hanno prevalso sul normale andamento di stagione. Mohamed Belaouchi, incaricato della comunicazione alla Metereologia Nazionale, spiega che si tratta di fenomeni di rottura ma non vuole arrivare a conclusioni affrettate per quanto riguarda i cambiamenti climatici mondiali. Spiega anche che non sono le perturbazioni che devono preoccupare ma la loro frequenza, in aumento. I principali fattori di questo cambiamento repentino in Marocco sono dovuti all’arrivo di una massa di aria calda e secca da sud del Sahara che ha coinciso con delle infiltrazioni marittime che hanno portato una massa di umidità importante. Infatti, questi flussi di aria fresca non sono normali per il periodo. Non soltanto sono portatrici di temporali ma di veri nubifragi. Per aggravare il tutto, un anticiclone impedisce a queste masse di entrare in Europa, verso la Francia e le riporta in Marocco. Questo è quello che ha creato il cumulus nimbus che ha alimentato i rovesci che ha conosciuto il paese in maniera ripetitiva e intensa. Le regioni più colpite sono state quella di Tangeri, ma anche il Saïss, il nord dell’Orientale (mediterraneo) e tutto il centro. Le temperature poi hanno visto sulla ultima decade di maggio e la prima decade di giugno delle grosse variazioni e in primis la sensazione di soffocamento come in un clima tropicale che abbina il calore e l’umidità. Gli esempi sono chiari: tra il 23 e il 27 maggio le temperature hanno superato i 29° con dei picchi di 32° registrati tra il 24 e il 27 maggio. A Kenitra sono stati registrati 33° il 24 maggio quando il 23 e il 24 maggio, ad Agadir, si registravano 38° all’ombra. Fès ha conosciuto rispettivamente 30 e 32° il 24 maggio. A Marrakech la colonnina del mercurio è arrivata nel mese di maggio a 36° come a Beni-Mellal. Ma è a Smara che il calore è stato realmente forte con 38° il 23 e il 24 maggio. Differenze con il passato palpabili anche se bisogna dire che si è lontani da record assoluti che ha visto protagonista il reame. Qualche esempio? Nel mese di giugno del 1982 a Fès si registrarono 42,6°, 43,9° a Meknès nel 1950. Il 10 giugno 1952 a Casablanca si conobbe un picco di 38,2°. Ma è a Marrakech e ad Agadir che si sono registrate delle temperature canicolari tra le più forti della storia metereologica del Marocco: rispettivamente, in parallelo, 45,8° nel 1929 e 44,5 nel 1937. Vero è che ieri, 25 giugno 2011, alle ore 12.00 i termometri della città, posizionati al sole, registravano 53°!! Sono stato testimone oculare e non contento ho verificato le temperature in diverse zone della città, sia verso Ouarzazate, che verso Essaouira, e lo scarto ero minimo. E’ da due giorni che a Marrakech le temperature si sono elevate in maniera impressionante e questo caldo sta creando non pochi problemi di vivibilità diurna, tenendo bene a mente che siamo soltanto a fine giugno e queste medie sono tipiche del mese di agosto. Non ci sono più le stagioni di una volta, neanche in Marocco!
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