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Non di sola anidride carbonica vive il riscaldamento globale

Creato il 02 marzo 2011 da Stukhtra

Ma anche di metano e particolato carbonioso

di Ginevra Sanvitale

Qual è la prima cosa che ti viene in mente se diciamo “riscaldamento globale”? Ghiacciai che si sciolgono, desertificazione, Jake Gyllenhaal in The Day After Tomorrow (difficile non avere un debole per Jake) e l’immancabile anidride carbonica (ci-o-due, per gli amici). Oggi però dovrai rispolverare le tue conoscenze di chimica. Infatti uno studio effettuato da un team internazionale di ricercatori e pubblicato come rapporto dello United Nations Environment Programme (UNEP) mostra come l’anidride carbonica abbia degli alleati che non sono assolutamente da sottovalutare. Stiamo parlando del particolato carbonioso (o black carbon) e del metano, i cui effetti inquinanti non sono certo una novità, ma ora sono stati messi in stretta relazione con il riscaldamento globale.

Non di sola anidride carbonica vive il riscaldamento globale

Costernato dal riscaldamento globale.

Il black carbon, che proviene dalla combustione incompleta di carburanti fossili (e quindi per semplicità può essere assimilato alla fuliggine), riscalda l’atmosfera intercettando la radiazione elettromagnetica del Sole e assorbendola: i suoi effetti visibili sono l’annerimento della neve e la formazione di nuvole scure. Il metano invece è sotto accusa in quanto precursore dell’ozono a bassa quota: una riduzione delle emissioni del primo porterebbe a una significante diminuzione della concentrazione del secondo. Nonostante ci siano ancora delle incertezze, il rapporto dell’UNEP mostra come l’influenza di questi due componenti sia quasi pari a quella dell’anidride carbonica.

Sono stati creati due modelli climatici differenti: un modello in cui si confrontava uno scenario senza alcun tipo di controllo sull’inquinamento con uno scenario in cui venivano ridotte le emissioni di anidride carbonica, e un secondo modello in cui a diminuire erano il black carbon e il metano. In entrambi i casi si è riscontrata una diminuzione del riscaldamento di circa 0,5 gradi (sebbene nella seconda situazione i margini d’errore fossero abbastanza alti).

Oltre a quest’interessante risultato c’è da considerare il fatto che il modello studia una situazione in cui vengono attuate solo 16 delle 2.000 possibili misure di controllo sui due inquinanti. Dunque mettendone in atto un numero maggiore potrebbe verificarsi un ulteriore calo dell’aumento della temperatura media.

Inoltre basterebbero anche provvedimenti sul breve termine per riscontrare un certo miglioramento, perché i composti chimici di cui stiamo parlando restano nell’atmosfera per periodi di tempo relativamente corti. In questo modo si affiancherebbero alle misure sul lungo termine (comunque necessarie per quanto riguarda l’anidride carbonica) delle soluzioni immediate la cui efficacia possa essere riscontrata giorno per giorno, nella speranza che finalmente l’uomo si renda conto quanto sia importante la salvaguardia del pianeta. E speriamo che Jake Gyllenhaal legga lo studio e reciti in qualche altro film sull’argomento, visto che ci sono nuovi elementi da considerare.

Non di sola anidride carbonica vive il riscaldamento globale

Catastrofismo?


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