Servono anche acceleratori complementari
di Marco Cagnotti
Ma l’acceleratore super-ultra-potente non era quello del CERN, a Ginevra? Quello enorme… quello che neanche gli Americani… eh? Ma allora com’è che poi le grandi scoperte arrivano da tutt’altra parte? Per esempio, il raggio del protone. Ne abbiamo parlato il 10 luglio scorso: la misura è stata corretta di 0,00000000000003 millimetri da un esperimento presso il Paul Scherrer Institut, nel Canton Argovia. Al quale ha partecipato anche un fisico mesolcinese, che sul problema lavora da dieci anni. Aldo Antognini, di Cama, dopo il liceo a Bellinzona e il diploma al Politecnico Federale di Zurigo ha svolto il proprio dottorato presso il Max Planck Institut für Quantenoptik e la Ludwig Maximilian Universität di Monaco di Baviera, lavorando con Theodor Hänsch, Premio Nobel nel 2005. Adesso Antognini è post doc di nuovo presso il Poli, a Zurigo, e fa parte dello staff che ha corretto la misura del protone. Come e perché? Ce lo siamo fatto raccontare da lui.