Le reazioni sono furiose, tra promesse di fiamme eterne, dopo l’uscita di un gruppo di giovani organizzati in un Collettivo marocchino per le libertà individuali che chiede la depenalizzazione del digiuno senza se e senza ma. In occasione del mese sacro, il collettivo ha organizzato un operazione chiamata “Masayminch 2012” (letteralmente noi non digiuneremo); un evento che prende forma sotto differenti azioni e che cambia rotta rispetto all’anno passato. Lasciati da parte i pic-nic ostentatori (che hanno visto l’arresto di decine di militanti l’anno scorso), il Collettivo cambia metodo per coinvolgere gli spiriti liberi. La parola d’ordine è radunare un massimo di militanti e di simpatizzanti, in uno spazio pubblico, attorno a cibi e bevande di plastica! “Preferiamo rimanere nella simbologia perchè la gente comprenda che il nostro obiettivo non si ferma al nostro stomaco”, ha spiegato Iddine Habib, co-fondatrice del Collettivo. “Vogliamo che i marocchini capiscano che non siamo tutti uguali e che dobbiamo apprendere a vivere secondo le nostre differenze”, ha aggiunto. Diversi video di non digiunanti saranno distribuiti su Internet, per dare la massima visibilità all’evento. Questo è anche un modo di manifestare la propria individualità proteggendosi dalle sanzioni previste dall’articolo 222 del Codice penale; “Colui che, notoriamente conosciuto per la sua appartenenza alla religione musulmana, rompe ostentatamente il digiuno in un luogo pubblico durante il Ramadan, senza motivi ammessi dalla religione, è passibile dell’imprigionamento da uno a sei mesi e una ammenda da 120 a 1.200 Dh“. Il Collettivo marocchino per le libertà individuali chiede l’abrograzione di questo articolo e il suo principale scopo è quello di creare un cambiamento di mentalità. Habib spiega che il loro compito è quello di abituare i marocchini a vivere le loro scelte in pieno giorno, lontano dalla ipocrisia. Anche tra i simpatizzanti, il soggetto è ancora tabù e molti di loro si nascondono ancora davanti ai loro genitori, ai vicini o agli amici. L’iniziativa ha riunito sino ad ora 900 partecipanti e 200 altri si dichiarano senza ombre su Facebook. Ma la pagina di uno degli organizzatori è stata piratata e l’amministratore di Masayminch 2012 lancia un messaggio agli internauti: “Non mollate! Il nostro combattimento non è che all’inizio, invitate i vostri amici!”. Numeri ufficiali comunque non ne esistono in quanto è presente una pagina “doppia” che compare durante le ricerche in rete e che accoglie molte più persone che la pagina ufficiale. Ricordo a tutti che sono rari i caffé e i ristoranti che restano aperti durante il Ramadan e i pochi servono esclusivamente a clienti stranieri o musulmani con “motivi ammessi dalla religione”. Nella pratica è molto difficile verificare questi motivi che sono tra gli altri le mestruazioni, il diabete o altre malattie croniche. Per facilitarsi la vita molte insegne proibiscono semplicemente l’accesso agli uomini; altri esigono un documento di riconoscimento o servono solo stranieri. Per i marocchini resta il take away! Il codice penale comunque non prevede nulla contro i proprietari di ristoranti non essendo autorità pubblica e quindi non “dovrebbero” avere il diritto di giudicare i loro clienti.
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