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“Non dirmi che hai paura” – Giuseppe Catozzella

Creato il 17 febbraio 2014 da Temperamente

quarta.jpg.207x324_q100_upscaleQuando ho cominciato a leggere Non dirmi che hai paura, ho avuto la netta impressione di conoscere già il finale della storia. Mi è subito tornata in mente una notizia appresa distrattamente, che informava della morte di una velocista olimpionica nelle acque di Lampedusa. Quella notizia era uscita in fretta dai miei pensieri, archiviata dalla quotidianità, e con essa il mio dispiacere; ma si è ripresentata violentemente con il romanzo di Giuseppe Catozzella, che con incredibile sensibilità ha ricostruito tutta la vicenda umana di Samia Yusuf Omar, dalla sua Somalia in guerra alle Olimpiadi di Pechino, al mar Mediterraneo. Questa volta rimarrà.

All’età di otto anni Samia sa già che un giorno diventerà qualcuno. È eccezionalmente dotata nella corsa e, anche se ha due gambe sottili come ramoscelli e vive in una Mogadiscio piegata dalla guerra, è intenzionata a seguire il suo sogno: diventare una vera atleta. Si allena di notte, dopo il coprifuoco, sgattaiolando silenziosa assieme all’amico Alì per raggiungere lo stadio della città e dare sfogo ai suoi muscoli in fibrillazione. Quello che per noi è normalità, in un Paese in guerra è sempre eccezione, anche solo raggiungere il comitato olimpionico per continuare gli allenamenti in vista di Pechino 2008. E poi ci sono altri mille inconvenienti, alcuni insopportabili, come il burqa integrale che è stato imposto alle donne, altri drammatici, come il rischio concreto di perdere una persona cara colpita al mercato fra la folla indifferente. Ma Samia affronta tutto con grande forza d’animo e non intendere deludere il padre, che l’aveva incoraggiata a farsi simbolo della liberazione delle donne somale dalla schiavitù maschile: è per questo che vuole farcela senza lasciare il suo Paese, rappresentando fieramente la Somalia.
Arrivare alle Olimpiadi di Pechino per una ragazza abituata alla povertà è già incredibile; ma Samia non si accontenta di tagliare il traguardo per ultima, pur sapendo che le sue gambe sottili non possono competere con quelle tornite di una Veronica Campell-Brown. L’allenamento necessario non le è consentito in un Paese in guerra: la decisione di lasciarlo è insopportabile, ma Samia non vede alternative e intraprende così l’ultimo Viaggio disumano per raggiungere l’Europa, senza mai perdere la speranza.

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Non dirmi che hai paura è un romanzo commovente ma non retorico. Con difficoltà si trattengono le lacrime di fronte alle insormontabili atrocità affrontate con tenacia da Samia e raccontate dalla penna scorrevole e delicata di Catozzella. Ci si immedesima nella vita di questa giovanissima guerriera al punto da ritrovarsi alla conclusione senza rendersene conto: la sua vicenda tocca le corde più profonde dell’animo e si ha la certezza che la sua vita esemplare sarà un pungolo per non abbandonarsi alla disperazione e continuare a combattere contro quelle che ci appaiono insopportabili ingiustizie (certamente ben meno gravi in confronto a quelle subite dalla giovane velocista). A lettura conclusa vien da rivolgere a Samia un silenzioso grazie.

Angela Liuzzi

Giuseppe Catozzella, Non dirmi che hai paura, Feltinelli, 2014


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