Fantastica, assolutamente fantastica! Sto parlando della commovente lettera a Varese News dei Giovani Padani, discriminati a casa propria.
Ogni mattina lo studente leghista si reca a scuola, la sua scuola, tra la sua gente, nella sua terra: in pratica è a casa propria.
Bravi, come inizio non è male. I grandi vi hanno insegnato bene, e voi avete imparato ancora meglio.
Eppure spesso viene trattato come l’ospite indesiderato: in molti istituti di Sarònn e della provincia di Varès sono all’ordine del giorno episodi di intolleranza e di discriminazione nei confronti della Lega Nord e dei nostri ragazzi, rei di amare la nostra terra e la nostra cultura.
Sì, sì, avete letto bene, hanno scritto proprio Varès e Sarònn. Ma quali sarebbero questi episodi di discriminazione e intolleranza, denuciati da chi ha fatto della discriminazione e dell’intolleranza uno stile di vita?
Sceneggiate isteriche di alcuni docenti o presidi che, inveendo contro le tanto odiate “bestie padane”, stracciano adirati i volantini che il Movimento Giovani Padani distribuisce all’ingresso delle scuole.
Bah, ma se vi insultano e vi stracciano i volantini, perché non contattate le forze dell’ordine, oltre che scrivere a un giornale?
Sono anni che noi studenti subiamo la propaganda di sinistra sui libri di storia distorti e faziosi, adottati da taluni insegnanti. [...] Per non parlare delle spiegazioni altrettanto faziose, degli epiteti e delle accuse lanciati gratuitamente ai nostri studenti.
Soprattutto è penoso vedere chi si permette di mancare di rispetto agli studenti solo perché ha il coltello dalla parte del manico: vero e proprio abuso di potere.
E’ evidente che la grande ascesa della Lega in questi ultimi anni tra i giovani acuisce l’odio di questi docenti nei confronti degli studenti leghisti: ciò non è tollerabile.
Epiteti? Accuse? Rivolti agli studenti? Abuso di potere? Odio nei vostri confronti? Ragazzi, andate dalle forze dell’ordine. Denunciate questi insegnanti, perché altrimenti, messa giù così, sembra solo una gran farsa.
Da Sarònn partirà una campagna in difesa della libertà di espressione nelle scuole. Se la scuola non vuole la politica, deve essere la prima a controllare i suoi docenti.
Ah, ecco. Forse ora abbiamo capito dove si vuole andare a parare. La politica nelle scuole, o meglio, i simboli leghisti nelle scuole. In nome della par condicio, per bilanciare gli insegnanti comunisti.
p.s. mi è venuto in mente che rivolgersi alle forze dell’ordine sarebbe inutile. Troverete sulla vostra strada un qualche giudice comunista. Ce l’hanno tutti con voi. Accipicchia.