Dice il Sindaco che il diluvio universale è stato del tutto inaspettato. Che l'allerta meteo parlava solo di temporale, e non di vero e proprio nubifragio. Vi dò una notizia. Il fatto che un temporale si riveli peggiore del previsto è la cosa più normale di questo mondo. Può capitare, e non di rado, e chi si fa trovare impreparato ne paga le conseguenze. La prevenzione di questi fenomeni non si fa con 24 ore di anticipo, inseguendo i bollettini meteo e della protezione civile, magari con un rosario in mano. Si fa con la cura costante delle strade, con la manutenzione ordinaria, la pianificazione degli interventi. Si fa spazzando le foglie dalle strade, rimuovendo la monnezza che ostruisce i tombini, si fa pulendo e manutenendo le caditoie. Si fa con soldi, investimenti, quelli che ogni giorno vengono buttati nel cesso in consulenze e assunzioni. Non è pensabile che una città in preda a un nubifragio del genere sia costretta a chiudere le uniche due linee metro che ha. Significa condannarla al collasso totale. E' una roba da incoscienti. Una situazione del genere andava prevista con largo anticipo e si doveva intervenire per evitare il peggio a tutti i costi. Ma il dilettantismo romano non si è limitato a questo. Stavolta ha dato il meglio di sé fino in fondo. Gli annunci audio diffusi ai malcapitati utenti della metro sono stati dati solo in italiano. Una vergogna indicidile. Una inenarrabile, colossale figura di merda, per la capitale di un paese europeo che vuole definirsi civile. Dopo nemmeno una settimana Roma si trova a gestire una nuova emergenza. Dice bene Tonelli nel suo blog. Un'acquazzone di un paio d'ore, una manifestazione, non possono essere considerati eventi eccezionali. "Qualche decina di facinorosi mettono a ferro e fuoco la città; un'ora e mezzo di pioggia e si contano i morti. Qualsiasi evento che è la norma in ogni città al mondo qui diventa foriero di cataclismi e sciagure". In duemila anni non abbiamo ancora imparato come fronteggiare situazioni all'ordine del giorno. Qui a Roma ogni cosa viene gestita da raccomandati e dilettanti allo sbaraglio. Con l'incoscienza tipicamente italica di chi, rosario alla mano, prega che non succeda niente di grave.
Dice il Sindaco che il diluvio universale è stato del tutto inaspettato. Che l'allerta meteo parlava solo di temporale, e non di vero e proprio nubifragio. Vi dò una notizia. Il fatto che un temporale si riveli peggiore del previsto è la cosa più normale di questo mondo. Può capitare, e non di rado, e chi si fa trovare impreparato ne paga le conseguenze. La prevenzione di questi fenomeni non si fa con 24 ore di anticipo, inseguendo i bollettini meteo e della protezione civile, magari con un rosario in mano. Si fa con la cura costante delle strade, con la manutenzione ordinaria, la pianificazione degli interventi. Si fa spazzando le foglie dalle strade, rimuovendo la monnezza che ostruisce i tombini, si fa pulendo e manutenendo le caditoie. Si fa con soldi, investimenti, quelli che ogni giorno vengono buttati nel cesso in consulenze e assunzioni. Non è pensabile che una città in preda a un nubifragio del genere sia costretta a chiudere le uniche due linee metro che ha. Significa condannarla al collasso totale. E' una roba da incoscienti. Una situazione del genere andava prevista con largo anticipo e si doveva intervenire per evitare il peggio a tutti i costi. Ma il dilettantismo romano non si è limitato a questo. Stavolta ha dato il meglio di sé fino in fondo. Gli annunci audio diffusi ai malcapitati utenti della metro sono stati dati solo in italiano. Una vergogna indicidile. Una inenarrabile, colossale figura di merda, per la capitale di un paese europeo che vuole definirsi civile. Dopo nemmeno una settimana Roma si trova a gestire una nuova emergenza. Dice bene Tonelli nel suo blog. Un'acquazzone di un paio d'ore, una manifestazione, non possono essere considerati eventi eccezionali. "Qualche decina di facinorosi mettono a ferro e fuoco la città; un'ora e mezzo di pioggia e si contano i morti. Qualsiasi evento che è la norma in ogni città al mondo qui diventa foriero di cataclismi e sciagure". In duemila anni non abbiamo ancora imparato come fronteggiare situazioni all'ordine del giorno. Qui a Roma ogni cosa viene gestita da raccomandati e dilettanti allo sbaraglio. Con l'incoscienza tipicamente italica di chi, rosario alla mano, prega che non succeda niente di grave.
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