Non è dopo tutto una gran notizia

Creato il 18 novembre 2010 da Andreapomella

La macchina, una Mercedes, è ferma al bivio. L’uomo alla guida ha la faccia bluastra e gli occhi luminosi che fissano il cielo. È ferma come se non sapesse da che parte andare, destra o sinistra, la statale o l’imbocco dell’autostrada. Gli altri automobilisti che le sfilano intorno non sanno trattenere la curiosità, rallentano ineluttabilmente. Mi chiedo sempre dove risieda la forza d’attrazione di una macchina in sosta, quella misteriosa seduzione che invita la gente a spiare, forse nella segreta speranza di assistere a qualcosa di macabro. La faccia dell’uomo ha un’aria stranamente assente, ma con una specie di risata fissa e lieve. Ha l’aspetto di un professionista, un avvocato, un primario, lo sa il diavolo. La lussuosa Mercedes grigio metallizzato testimonia della sua dichiarazione dei redditi. Ciò nonostante è un uomo al limite. Pensa a sua moglie con la quale non scambia più una parola da quasi un anno. Pensa all’aspetto addolorato che ha sua figlia, pensa alla voce rauca di quel figlio di puttana che la sera prima lo ha minacciato di rompergli le ossa della faccia se avesse riprovato a sfiorargli lo scooter col paraurti mentre usciva dal parcheggio. La sua è una dannazione giustificata, un’indecisione legittima. Statale o autostrada. Ci sono momenti che arrivano senza preavviso, sconforti siderali, un rumore che fa plop giù in fondo allo stomaco, che si deposita in mezzo ai resti del nostro cibo sintetico, fra le ulcere e i succhi gastrici, è l’insufficienza del cemento che tiene insieme le nostre pietre. Ci sono quei versi di Brenda Porster che si addicono al nostro uomo in Mercedes, “non è, dopo tutto, una gran / notizia, c’è solo che sei di nuovo / solo, un neutrino infinitamente piccolo / che attraversa la densità della vita / senza lasciar traccia”.


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