Sono passati quasi cinque mesi oramai dall'uscita di "Non è il vino dell'enologo - Lessico di un vignaiolo che dissente". Sono stato parecchio in giro a raccontarlo, spesso nei luoghi della contro-cultura politica, enologica, culinaria. Altre presentazioni seguiranno, anche se il calendario subirà un fisiologico rallentamento dovuto al lavoro.
Sono stato colpito dalle reazioni che il libro ha suscitato. Non tanto dalla critica, sempre molto benevola, fin troppo; né tanto dalla grande visibilità o dal piccolo successo di vendita che il testo in questi pochi mesi ha riscontrato. Quello che davvero non mi aspettavo è stata la reazione dei lettori. In questi mesi ho ricevuto mails, telefonate, lettere scritte a mano, inviti un pò da ogni regione d'Italia. E in ognuna di questi contatti umani c'era una emozione vera, una sensibilità profonda, quasi una commozione sincera verso le pagine di questo libro. Come se davvero avessi toccato nervi scoperti e destini tempestosi. Come se veramente sia stata percepita l'irrevocabile urgenza nascosta in quei lemmi scritti un pò per caso e un pò per necessità.Insomma, è stato bello. E vi abbraccio idealmente tutti.