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Devi smetterla di contare in mesi. Se dici trenta mesi per indicare che il piccolo ha due anni e mezzo la gente ti guarda con uno sguardo a metà tra il perplesso e la pena. Certo, lo fai perché così ti sembra ancora di parlare di un bambino piccolo, ma bisogna finirla e parlare in anni e mesi arrotondati.
Il piccolo diventa un saputello logorroico e comincia a chiederti il perché di tutte le cose. Dove hai comprato ogni cosa (anche le tette). E dove sei andata. E come si chiama questo o quello.
Lo guardi mentre dorme e ti rendi conto che in quel letto con le sbarre proprio non ci sta più. Ok, magari è comodo che abbia le sbarre, così quando fa i capricci di sonno bastano cinque minuti e crolla senza poter nemmeno tentare di alzarsi. E poi è tenero nel suo primo, romantico lettino. Ma effettivamente non ci sta più ed è proprio ora di comprargli un letto vero.
Il passeggino è out. Abbandonato da mesi nel garage di casa, coperto da strati di polvere. Inutile uscire col passeggino perché alla fine è lui che lo vuole spingere e tu ti ritrovi a dover spingere il bambino che spinge il passeggino in quella che NON è una piacevole passeggiata. Quindi diciamo addio alle piacevoli passeggiate in centro, fatte guardando le vetrine con un tranquillo bebè seduto nel passeggino.
Non vuole più sedersi sul seggiolone. E’ accaduto da un giorno all’altro, senza che tu nemmeno te ne accorgessi. E’ diventato grande e ha deciso che lui mangia seduto a tavola anche se non arriva a vedere cosa c’è nel piatto. Il seggiolone va in cantina e tu devi inventarti un modo per farlo mangiare seduto a tavola.
I pannolini arrivano ormai alla sesta misura e glieli metti solo la notte. Dopo i primi tempi in cui si bagnava di pipì ovunque si trovasse, siamo nella fase in cui chiede “devo andare in bagno?”. Che, beninteso, è una domanda retorica.
Il pomeriggio appena lo vai a prendere a scuola ti dice che NO, lui non farà la nanna. Non è stanco e non ha bisogno di riposare. Per fortuna ancora si tratta solo di timidi tentativi di resistenza.
Ecco, tutte queste cose si succedono l'una dietro l’altra, a cascata, nel giro di poche settimane e ti rendi conto che non sei ancora pronta per dire addio a quel paffuto bambino morbido dall’aspetto orsacchiottesco.
Ma le cose accadono e non dipendono da te.
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