Ed eccoci tornati al ‘continente’, posizione attuale Valparaiso sulla costa pacifica del Cile.
Solo stamattina attendevamo l’aereo all’ombra di un moai, e ora invece ci troviamo proietti nel caos di questa grande città ricca di storia e folclore…
Non è facile però voltare pagina cosí velocemente e negli anonimi paesaggi collinosi nei dintorni di Santiago non faccio che cercare le magnifiche distese verdeggianti di Rapa Nui, i suoi coni vulcanici, la terra rosso fuoco delle strade sterrate che conducono ai siti piú isolati, le scogliere a picco sul mare, i litorali imbiancati dalla spuma delle onde, la pietra vulcanica nera che spunta dappertutto…
In ogni pietra adagiata sul terreno cerco i resti di un moai: incredibile come soli cinque giorni di isola siano riusciti a ‘deformare’ cosí tanto la mia visione del Viaggio… Questa è la mia prima volta in Sud America e la mia mente associa questa immenso angolo del mondo alla sola isola di Pasqua.
Santiago, Valparaiso e la strada che le separa è tutto ció che per ora mi è dato di vedere di questo immenso e variegato continente, eppure siamo tutti (compresi i miei due compagni di viaggio ‘esperti’ di Sud America ben piú di me) concordi nel dire che Rapa Nui è stata per noi uno dei luoghi piú belli che abbiamo mai visto se non IL più bello…
Gli occhi faticano a lasciare quei colori e ogni tanto riguardiamo le foto scattate laggiú fingendo di sentire ancora il rumore del mare e del vento dell’isola che non c’è…
Una cosa positiva del nostro ritorno in Cile peró c’è: i prezzi.
L’isola si è dimostrata tanto cara che ci siamo permessi di cenare tre volte in cinque giorni, che io e Lela ci siamo spartire le sigarette quasi contandole, che i souvenir che non potevamo non comprare ho paura che ci costringeranno a fare più che economia nelle prossime settimane… Ma è un bene che l’isola sia così e che soprattutto rimanga così: in questo modo i turisti che la visitano vengono selezionati all’origine e nessun balordo casinaro in cerca di un paradiso dove sballarsi e fare festa potrá mai metterci piede.
La schiera di fotografi che abbiamo incontrato ad aspettare l’alba davanti ai 15 moai di Tongariki ne è un esempio concreto.
Mi rendo conto che ció sgnifica che anche tanta altra gente forse ben piu´motivata di noi ma senza le stesse possibilitá economiche, non potrá mai godere di questo paradiso, ma sono convinta che questo sia il giusto scotto da pagare perchè Rapa Nui rimanga cosí com’è, incontaminata e pura, una terra vergine e autentica dove i turisti vengono accolti con girlande di fiori e salutati con collane di conciglie. Indosso ancora la mia e ogni tanto la sfioro immergendomi nei ricordi del viaggio della vita!
Iorana a voi, e arrivederci al prossimo capitolo!
[ Grazie a Federica L. per questo racconto ]