Tutto ok, esami, preparazione ed intervento alla grande. Professionalità, educazione, cortesia. In modo particolare con gli agitati come me, quelli che si irrigidiscono alla vista di un ago.
Tutti i maschi, prettamente quelli della mia generazione, erano con famiglia al seguito. Moglie, compagna, figlia o badante nerssuno che fosse da solo in attesa dell’intervento. Problemi anche a spogliarsi, dove metto i sestiti, come faccio a chiudere. A tutto hanno pensato le donne al seguito.
Chi c’erano tranquille da sole in attesa dell’intervento?
ma le donne, specialmente quelle oltre i 70 anni, roba da farmi vergognare.
Ad essere sinceri mi sono spacciato per autonomo, quando l’infermiere mi ha detto il suo letto è il 12 ho messo i miei indumenti arrotolati nell’armadietto N° 11.
Fortunatamente non si chiudeva e quindi ho realizzato che avevo sbagliato armadietto, la chiave del 12 funzionava ed ho potuto chiuderlo.
Mi hanno caricato su di un lettino, con il camicione di rito, e mi hanno portato in sala operatoria, flebo, pressione ed i contatti sulla pelle per i battiti. Tutto a posto, sono entrato in sala operatoria per primo.
Sentivo tutti i loro discorsi, dei turni massacranti ai quali sono sottoposti e del taglio degli straordinari per via della produzione che deve aumentare stringendo i tempi e contenere i costi.
Ora, una cataratta si può fare anche in 15 minuti ma se ti capita uno come me con occhi problematici capita che ci devi mettere 25 minuti e mentre intervanivano ho commentato: la sanità non si può paragonare ad una fabbrica di scarpe, con tempi ferrei e precisi, perchè le scarpe sono tutte uguali in catena ma i pazienti no, ognuno ha le sue caratteristiche individuali.
Mi hanno risposto che sono uno che capisce e mi hanno fatto i complimenti per come mi stavo comportando. Dottoressa, ho risposto, adesso che mi ha infilato la flebo glielo dico: ho il terrore degli aghi, ero rigido come un gatto di marmo. Mi sentivo protetto, bene, sono riuscito persino a rilassarmi.
Questa mattina ho dovuto tornare per il controllo e se fino a quel momento all’ospedale Niguarda avrei dato 10 e lode, questa mattina ho avuto a che fare con un medico maschio. Ancora complimenti a tutto lo staff. Da chi mi ha fatto il prelievo, l’elettrocardiogramma in poi tutte brave, tutte donne, tutte professionali.
Mentre mi riportavano al letto N° 12 ho chiesto all’infermiere: mi scusi, se ho giù fatto tutto perchè dovrei stare qui sino alle 15?
Se lei sta bene può andare a casa anche subito, mi ha risposto.
Qualche spiritoso, vedendo che mi spacciavo per freddo mentre ero agitato, alla mia domanda su quanto sarebbe durata la faccenda ha detto che ci avrebbero trattenuti sino al pomeriggio. Ha inteso prendermi in giro infatti ci siamo fatti delle belle risate. Loro per lo scherzo che mi hanno fatto, io per via che sarei uscito immediatamente.
Questa mattina visita di controllo, il tipo mi mette davanti allo strumento osserva i miei occhi e mi dice: dell’occhio destro cosa mo dice?
E’ un occhio pigro, rispondo, che oltre 50 anni fa non è stato diagnosticato ed è rimasto com’era.
Ah, si. Punto.
Mi aspettavo mi dicesse, sente male, tutto a posto, niente a posto, insomma una parola su come ha trovato il mio occhio. Niente di niente.
Si alza scrive qualcosa su un foglietto e me lo mette in mano senza nemmeno voltarsi.
Io resto lì come un pirla, mi scusi, posso andare via?
Si, si, risponde senza nemmeno voltarsi. Posso farle una domanda? Mi dica. E’ il caso che faccia degli occhiali provvisori?
No, aspetti, forse non ne avrà nemmeno bisogno per lontano, magari per leggere.
E che cazzo te lo devo chiedere io?
Non dico che avrei preteso un trattamento da si accomodi, come si sente, ha dei disturbi, ma almeno dirmi come mi aveva trovato, un consiglio su come mi dovrò comportare nei prossimi 15 giorni.
Metta le gocce, come lo ho scritto.
Buongiorno e vaffanculo. Ieri mi hanno trattato da re, una cortesia imbarazzante, questo stride, stona. Non gli piace il suo mestiere. Vada a lavorare in un ospedale privato dove la cortesia è direttamete proporzionale alla fattura. La professionalità no, quella è insita nella persona.
Comunque per quanto mi riguarda all’ospedale Niguarda Cà Granda un bel 10+. Sia per la parte nuova, che per quella vecchia.
Forse è solo un tipo riservato, freddo, glaciale. Nel posto sbagliato.