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Non esiste grande genio senza una dose di follia.

Creato il 03 marzo 2015 da Il Viaggiatore Ignorante
Non esiste grande genio senza una dose di follia.Non esiste un grande genio senza una dose di follia.[Aristotele]1547La parrocchiale di Montecrestese, dedicata a Santa Maria Assunta, ritenuta dalla popolazione buia, tetra e troppo bassa, chiama a se il pittore che, negli anni seguenti, imprimerà sui muri il suo pensare, il suo essere diverso.Un uomo fuori dal tempo e dallo spazio.
La sua opera inizia con la realizzazione di due personaggi, San Giovanni Battista e San Sebastiano. I due santi sono affrescati sulle colonne che sostengono l’arco d’accesso ad una cappella della navata di destra. Alla sinistra dell’ingresso troviamo San Giovanni Battista.Vestito con l’abito tessuto di peli di cammello.Non esiste grande genio senza una dose di follia.Alla destra del capo di Giovanni Battista la scritta che lo contraddistingue: ecce agnus dei.Ecco l’agnello di Dio.Alla destra dell’ingresso appare san Sebastiano, facilmente riconoscibile dal corpo trafitto di frecce. Durante la lavorazione di questi due affreschi, Giacomo da Cardone, entra in contatto con la confraternita di Santa Marta.
Non esiste grande genio senza una dose di follia.Conoscenza che si svilupperà, positivamente per entrambi, con il trascorrere del tempo, sino a giungere al 1550, anno in cui si affida al pittore la realizzazione dell’apparato pittorico di una cappella, costruita a spese della confraternita, in fondo alla navata settentrionale.1550La cappella della navata settentrionale, che oggi conserva il battistero, è ultimata.La richiesta dei committenti al pittore consisteva nella realizzazione di opere che dovevano riguardare la crocifissione, il purgatorio ed il giudizio universale.Nella grande crocifissione, presente sullo sfondo della cappella, è riscontrabile l’influsso dei grandi pittori contemporanei, o leggermente precedenti, al da Cardone, come il Bugnate o Gaudenzio Ferrari.Come arriviamo a questo collegamento?
Non esiste grande genio senza una dose di follia.Nella chiesa dedicata a Santa Maria delle Grazie, a Varallo, Gaudenzio Ferrari realizza una grande crocifissione, all’interno della maestosa “parete gaudenziana”.Il tramezzo della chiesa valsesiana, con opere inerenti la vita di Cristo, viene considerato uno dei gioielli della pittura rinascimentale italiana.L’artista realizza questo grandioso affresco nel 1513.Nel 1542, all’interno della chiesa di Baceno, dedicata a san Gaudenzio, Antonio Zanetti, detto il Bugnate, realizza anch’egli una crocifissione.
Non esiste grande genio senza una dose di follia.La ritroviamo sul lato destro del presbiterio.Le analogie sono molto evidenti!Il groviglio di persone che popolano la scena, il loro interagire intorno a tre poli sui quali si concentrano le opere (le croci) e l’adesione dei personaggi alla realtà contemporanea dei frescanti.Giacomo da Cardone ha dipinto, come gli illustri precedenti, una scena che riporta alle battaglie medievali, in un momento di distacco totale dalla realtà che era stato chiamato a rappresentare.
Non esiste grande genio senza una dose di follia.Mimesi aristotelica?Arte come idea universale del mondo e non più come imitazione della realtà che si è chiamati a dipingere?Momento di distacco dalle richieste dei committenti oppure gli stessi erano in accordo con l’idea formale dell’ardire rinascimentale? Per Giacomo la realtà non è il tempo di Cristo!La realtà è quella del tempo in cui vive!Incorpora la crocifissione nel momento, difficile, che attraversa la terra nella quale era stato chiamato ad esprimere la propria arte.
Non esiste grande genio senza una dose di follia.I legionari romani sono sostituiti da soldati del XVI secolo, con armature, elmi piumati e vessilli propri del periodo storico in cui l’autore ha steso il colore sui muri dell’edificio sacro.Il pittore di Montecrestese, Cardone è frazione di quel comune, affrescando la crocifissione nella cappella della confraternita di Santa Marta, inizia un personale percorso stilistico e, forse, psicologico, riscontrabile nelle figure del Cristo, dei ladroni e di alcuni personaggi che popolano la scena.Il crocifisso è isolato nel mezzo delle cavalleresche e soldatesche figure che, sembrano, voler partecipare alla scena.Il Cristo presenta un biancore sovrannaturale, che non permette un’immediata comprensione dell’anatomia umana.Il ladrone alla destra di Gesù diviene un personaggio grottesco nel suo assumere una posizione innaturale, contorta e devastata nel corpo.
Non esiste grande genio senza una dose di follia.Grottesca?Sbaglio.Giacomo era un genio?La sua arte era intrisa di visioni?Vedeva la realtà come nessuno era capace di vedere?Vedeva e dipingeva quello che vedeva…..Il suo aspetto mi ha sempre interessato.Il personaggio sulla sinistra, in basso rispetto alla scena principale, con armatura rostrata, è considerato l’autoritratto di Giacomo da Cardone.Non esiste grande genio senza una dose di follia.Questo soldato, raffigurato con la tipica armatura delle milizie ossolane, che sorregge la spada con la mano sinistra e con la destra indica il crocifisso, è il genio di Montecrestese?

Fabio Casalini

Bibliografia

* Il maestro del giudizio universale. Dino Buzzati.
* Storia di Montecrestese. Tullio Bertamini.
* Il pittore Giacomo di Cardone. Gian Franco Bianchetti per Oscellana.

Fotografie

1) Montecrestese. Chiesa di Santa Maria Assunta. Particolare della crocifissione.
2) Montecrestese. Chiesa di Santa Maria Assunta. San Giovanni Battista.
3) Montecrestese. Chiesa di Santa Maria Assunta. San Sebastiano.
4) Varallo. Chiesa di Santa Maria delle Grazie. Gaudenzio Ferrari.
5) Baceno. Chiesa di San Gaudenzio. Antonio Zanetti detto il Bugnate.
6) Montecrestese. Chiesa di Santa Maria Assunta. Crocifissione.
7) Montecrestese. Chiesa di Santa Maria Assunta. Particolare dei soldati del XVI secolo.
8) Montecrestese. Chiesa di Santa Maria Assunta. Particolare del ladrone.
9) Montecrestese. Chiesa di Santa Maria Assunta. Autoritratto di Giacomo da Cardone. 

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