Il Presidente Obama e Mark Zuckerberg dalla Sede di Facebook, Palo Alto, California
Potremmo cominciare questa settimana con due notizie : il Rapporto di Alma Laurea che ci ricorda che il numero di laureati disoccupati è in aumento oppure con la notizia che riporta che Mark Zuckerberg avrebbe deciso di creare una lobby per promuovere l’ingresso di giovani talenti in negli Stati Uniti. Premiare il merito e il talento indipendentemente dalla provenienza.
Inspirati da Papa Francesco (“Non facciamoci rubare la speranza”), vogliamo cominciare essendo ottimisti. Decidiamo quindi di commentare la seconda.
Proprio quando è in discussione a Washington la riforma della legge sull’immigrazione, il team di Zuckerberg (visionario nonostante ciò che dicano i più maligni) avrebbe deciso di costituire una lobby sui temi di scuola e immigrazione proprio per aiutare i cervelli più brillanti ad entrare nel paese e per consentire, a chi se lo merita, l’accesso al sistema universitario americano.
Pura operazione di marketing per ripulire il volto di Facebook (anche in vista dei prossimi dossier caldi come la revisione della direttiva sulla privacy a livello europeo) oppure vera operazione di responsabilità sociale d’impresa?
Poco importa a noi.
Comunque vada, la motivazione sembrerebbe concreta anche perché solo nella fase di start-up il capitale iniziale sarebbe tra i 2 e i 5 milioni di dollari.
Comunque vada, mettere al centro i giovani: immigrati o cittadini è fondamentale per il rilancio dell’economia. Le imprese private l’hanno già capito dal un bel po’.
E comunque vada, poco importa la motivazione latente (marketing o responsabilità sociale), l’importante è che qualcuno lo faccia!
In tempi di bilanci pubblici stretti e di mancanza di idee le partnership pubblico-private sembrano essere strumenti validi da promuovere.
Potrebbe mai funzionare da noi, chi potrebbe farsi promotore di una tale iniziativa?