È stata una scelta controcorrente, quando blog come questo e pagine Facebook postavano immagini del World Wide Center colpito a gogò e frasi ad effetto. L’Ape ha deciso di non celebrare la data dell’11 settembre perché non è mai finita e, forse, non sappiamo nemmeno quando è cominciata. Forse quell’11 settembre del 1973 quando il governo socialista di Salvador Allende, legalmente eletto, fu rovesciato da un colpo di stato sponsorizzato senza pudore dagli USA che portò al potere quell’Augusto Pinochet che conosciamo bene e di cui le opere veniamo apprendendo piano piano e del quale chi non sa farebbe bene a rendersi edotto. Ma forse parte da prima, anche se cambia data sul calendario, sempre conseguenza delle politiche espansionistiche americane.
E non finisce. Non è finito con l’invasione dell’Afghanistan che non ha prodotto risultati se non una certa quantità di morti, non è finito con l’invasione dell’Iraq che non ha prodotto risultati se non una certa quantità di morti, non è finito con le varie primavere arabe, non ultima quella in Egitto, che non ha prodotto risultati se non una certa quantità di morti, e ora sta producendo un’altra avventura militare dell’occidente americanizzato in Siria, a difesa di una ribellione sempre più evidentemente organizzata da gruppi terroristici e da commercianti di armi, citando il Papa.
Non finirà mai l’11 settembre se procediamo con la mentalità di chi possiede il bene e lo elargisce al mondo. Non finirà se continuiamo ad esportare democrazia come fossero le noccioline di Carter. Non finirà finchè il mondo andrà pecoroni dietro ad una nazione americana il cui unico scopo, dal ’43 ad oggi, è di fare le guerre per tutelare la propria economia.
E se anche Assad è conclamatamente un criminale, se l’occidente andrà a fargli guerra innescando un conflitto prima di tutto ingiusto e in secundis le cui conseguenze, difficili da valutare, ricadranno sul mondo intero, allo scopo di favorire un nuovo e peggiore nemico del mondo e dell’Uomo quale può essere uno Stato guidato da fondamentalisti e terroristi, quest’ondata di violenza e di ingiustizia che ha coinvolto il mondo intero e che non accenna a placarsi non avrà fine. C’è poco da celebrare.
Luca Craia