“Poi un giorno me ne sono andata anche io come le foglie in autunno e come fece un giorno mia madre.” Eritrea, Ciad, Afghanistan, Palestina, Algeria, Bangladesh, India, Romania. Donne e uomini con radici lontane da qui e tra loro. Non l’ho letto, ma mi piace Radici, per diverse ragioni: perché l’ho sfogliato e sono rimasta impressionata dalla qualità del libro in sé e per sé; perché l’idea di unire diciassette voci, e diciassette storie, e diciassette diversità in un’unica radice per mezzo della lingua (anch’essa, quella italiana, a tutti comune ma per tutti diversa) è uno di quei sogni che raramente speri si possano realizzare; perché di questa nuova casa editrice condivido, tra gli altri, uno dei principi fondanti: attribuire alla generosa ingegnosità di un gruppo di dilettanti il valore che le è proprio: quello della crescita per mezzo della condivisione. Un libro interamente fatto a mano, dalla stampa serigrafica, alla cucitura fino alla rilegatura. E poi la storia, le storie di diciassette alberi: l’albero di Neem e quello degli antenati, l’albero delle banane rosse e quello del deserto, l’albero del dubbio e quello della paura…
Nella lista dei libri da comprare per leggerli, perché certamente mi piacerebbero, c’è il nuovo Animali, sempre di Else edizioni, un libro in cui le immagini degli animali diventano il punto di partenza di un sogno a occhi aperti: un punto dal quale chi sogna si allontana per intraprendere un viaggio verso l’infanzia. Un viaggio verso l’innocenza e la bellezza di chi non sa di essere bello. Come i bambini, come gli animali.
“Appena a casa, lo circondavamo e gli chiedevamo di raccontarci la sua storia, la storia del cammello Deldal. Ci sedevamo in cerchio e ci coprivamo tutti con una grande coperta che aveva cucito nostra madre. Poi lui prendeva una dose di tabacco, la metteva tra la gengiva e il labbro e cominciava a raccontare. Nostalgia per il tempo passato, quando ci penso mi viene da piangere, come da bambino piangevo tutte le volte che nella storia il cammello Deldal veniva ferito e mio padre lo abbracciava.”
Qui ed ora, da adulti, è con gli occhi del bambino che ricordiamo l’animale, quello che ha lasciato in noi un’impronta, una traccia che spesso ci riporta indietro a persone e paesaggi perduti, ad eventi tristi, al calore di casa prima della migrazione, alla nostalgia che a volte ci pervade. Con questi occhi ci affacciamo in un mondo in cui l’esistenza degli animali, soprattutto quelli selvatici, ci fanno ancora sperare nell’esistenza dell’uomo. E ci lasciamo finalmente osservare dai loro sguardi vigili e diffidenti, sguardi di esseri così simili e così diversi, in cui forse ritrovare le nostre origini.
Titolo: RadiciAutori: Amin Abbasi, Hassan Aboubaker, Amir Aidoud, Jesmin Akter, Mukta Akter, Malika Baouni, Resia Begum, Djikoloum Victoria Beinadji, Mossamad Razia Chowdhury, Catalina Donos, Beauty Hasina Akter, Mohamed Ibrahim, Ma’mon Khalaf, Kiran Sahna, Shahanaz Sarkar Nalee, Roxana Maria Sopirla, Shadamgul Zadran
Editore: Else
Dati: 2010, pp. 40, 30,00 €