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Non Lasciarmi

Creato il 10 luglio 2011 da Giuseppe Armellini
Non Lasciarmipresenti spoiler
Film di algida, raggelante, bellezza.
Non riscalda il cuore ma tende così a raffreddarlo che ogni piccola emozione regalata divampa con ancor maggior intensità.
"Non lasciarmi" è un film quasi unico nel suo genere, capace di trattare tematiche importantissime in una maniera mai vista in precedenza. Certo il merito va al grande talento di Ishiguro (l'autore del romanzo) ma anche la trasposizione filmica di Romanek è straordinaria.
Distopia sì, ma distopia assolutamente sui generis. Non si parla di un' indesiderabile futuro possibile, ma di vicende (non)accadute nel passato. Se da un lato tale scelta ci mette sin dall'inizio in una condizione di irrealtà, dall'altro rende ancor più coinvolgente e "fastidiosa" la vicenda, perchè riguarda noi, la nostra generazione, il nostro passato prossimo e il nostro presente.
"Bisogna sempre fare la domanda giusta" dice Woo-jin ad Oh Dae-soo. "La domanda giusta non è perchè ti ho imprigionato, ma perchè ti ho lasciato andare".
La domanda giusta, già. In "Non lasciarmi" è inutile chiedersi perchè i ragazzi non scappino, perchè nessuno si ribelli, perchè non ci sia nemmeno una voce dal coro, perchè tengano così "rapprese" le proprie emozioni.
La domanda giusta è: "di cosa parla Non Lasciarmi?".
E così ci accorgeremo che accanto alla miriade di tematiche forti, come il senso della vita e dell'amore, il cinismo umano e la ricerca delle emozioni, c'è un altro tema, minore, ma decisivo, quello dell' Educazione, l'educazione così "totale", continua e psicologicamente devastante (chiamarla plagio?) che porta i ragazzini di Hailsham a credere soltanto quello che altri vogliono fargli credere. Per questi ragazzi la fuga è inconcepibile, il sottrarsi al proprio ruolo "sacrificale" neanche preso in considerazione. L'unico mondo conosciuto, fisico e no, è quello che gli è stato creato intorno. Non ci sono soltanto le recinzioni oltre le quali non si può andare ( "protette" da terribili leggende come in The Village) ma tante piccole recinzioni mentali per quei ragazzi. Capendo questo tante domande avranno le proprie risposte.
Il modo freddo, apparentemente "piatto" con il quale viene narrata la vicenda è in perfetto connubio con la materia trattata, quasi che alla regia ci fosse proprio uno dei ragazzi di Hailsham. Come in Lourdes, credo che non poteva esser stata fatta scelta migliore.
Per restare alla filmografia presente c'è un pò del già citato The Village, un pò di Moon (il cinismo del programma di sfruttamento dei cloni), di Repo Men ( il miglioramento scientifico della vita degli uomini a scapito dell'uomo stesso), di Apri gli Occhi (l'illusione di una vita che in realtà non è tale) e di Dogtooth (riguardo il plagio di cui sopra).
Romanek si prende tutta la meglio gioventù del cinema britannico e la porta in una pellicola nella quale l'eccellenza di recitazione, specie quella di sottrazione, è assolutamente basilare. Su tutti una meravigliosa Mulligan, con quel viso che trasmette al tempo dolcezza e malinconia, un'attrice che farà la fortuna di parecchi cineasti. La scena in cui lei e Garfield sono seduti sul divano di casa Madame sarà forse recuperata tra 20 anni per ricordare gli esordi di una coppia di attori straordinaria. Quasi non parlano, ma il loro piano d'ascolto è di un livello assolutamente sublime.
Tornando al film, è il meraviglioso monologo finale a svelarci del tutto l'anima della pellicola e a darci il maggior insegnamento.
Tutte le vite hanno una scadenza, più o meno lunga, più o meno conosciuta, più o meno segnata.
Kathy ce lo dice, non conta tanto il "quanto abbiamo vissuto?", ma il "come abbiamo vissuto?".
La domanda giusta, ricordate?
Il tempo è relativo, quel che conta è come questo tempo viene speso. I pochi momenti passati insieme, immersi in un amore di cui neanche loro conoscono probabilmente il significato, un amore vero, naturale, che non ha le nostre convenzioni e derive (quelle che un pò noi stessi, un pò la società in cui viviamo ci portano a vivere), un amore puro come solo quello che un uomo e una donna fuori dal mondo e dal tempo possono provare, forse, quel sentimento ha reso la loro vita lunga abbastanza per renderli felici.
Con un unico rimorso però, quello che Kathy (come fa con tutte le proprie emozioni e pensieri) non esplicita chiaramente: se non fosse fuggita sarebbero stati anni, e non soltanto giorni, meravigliosi
"Non lasciarmi", avrebbe potuto dire al tempo Kathy a Tommy.
"Non lasciarmi", avrebbe potuto dire al tempo Tommy a Kathy.
E sarebbero stati insieme vivendo al massimo una vita innaturale, una vita che l'Uomo per il proprio progresso e cinismo aveva creato per loro.
Lo stesso Uomo, quell'uomo che sperimenta a scapito di suoi simili, se non si fossero lasciati loro lo avrebbero sbeffeggiato ancora di più. Tenetevi i votri 100 anni, tenetevi i tumori debellati, tenetevi la scienza, tenetevi il cinico progresso. Noi, teniamo le nostre mani intrecciate tra loro.
(voto 8,5)

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