Il tasto "non mi piace" su Facebook è uno degli argomenti più chiacchierati di sempre (anche perché in passato la funzione era stata introdotta da un virus): sono stati parecchi i rumor che volevano Mark Zuckerberg interessato a implementare il bottoncino, ma, almeno finora, tutto si è rivelato una bufala clamorosa. La situazione, però, potrebbe presto cambiare.
È recente, infatti, l'adozione da parte di Facebook di una nuova strategia: il team di Menlo Park vuole capire perché nascondiamo i post e farà il possibile per ottenere il numero maggiore di informazioni necessarie a una corretta analisi.
"Entro qualche mese - ha dichiarato al network tivù Abc Fidji Simo, membro della compagnia - sarà possibile dire, attraverso il social network, perché una determinata cosa piace o non piace ".
Non ha fatto riferimento all'introduzione del tasto "non mi piace", ma pare essere sempre più vicino - secondo gli esperti del settore - il momento in cui la compagnia interverrà in questo senso; non è detto, in realtà, visto che pure Bob Baldwin, uno degli sviluppatori di Facebook, aveva spiegato che forse il dislike non avrebbe avuto ragione di esistere:
"Le azioni su Facebook tendono a focalizzarsi su interazioni sociali positive. 'Mi piace' è il modo più leggero per esprimere un sentimento positivo. Non penso che aggiungendo un modo simile per esprimere un sentimento negativo possa essere di valore. Capisco che ci sono casi in cui può avere senso, come quando un amico sta avendo una giornata negativa [...], ma un commento carino può fare molto di più".
Pure alcuni sociologi sono intervenuti sulla questione, spiegando che l'introduzione del pulsante non sarebbe una buona idea (anche perché, tra gli altri, potrebbe stimolare notevolmente il cyberbullismo):
"La gente - ha dichiarato Enrico Fizi a Lettera43 - è abituata a dire la sua senza riflettere e Facebook si è trasformato nel luogo dell'egocentrismo, una caratteristica che preso potrebbe affossarlo. Non è un caso che per la sociologia i post sul sito non abbiano più molta importanza per studiare gli umori della società. Al contrario di quanto accade per i tweet. [...] Personalmente sono molto preoccupato dalle conseguenze che questa funzione potrebbe avere sulla gente [già preoccupata di suo per le ripercussioni in ambito lavorativo, ndr]".
Il tasto "non mi piace" sembra più inutile che preoccupante: gli utenti più deboli potrebbero essere influenzati dal numero di dislike nella pubblicazione di foto e post, fino a decidere di abbandonare la stessa piattaforma. Che Zuckerberg ci pensi bene, insomma: questo presunto nuovo tasto farebbe male più a lui che a noi.