Giovannino Guareschi è uno degli scrittori italiani più conosciuti e tradotti all’estero, grazie anche alle trasposizioni cinematografiche della celebre saga di Don Camillo e Beppone; ma la biografia dello scrittore, nonché giornalista, redattore e vignettista, è ricca e singolare, incrocia eventi e personalità di grande importanza nella storia del nostro paese e non può essere circoscritta alla fortuna di questi due personaggi, seppur molto noti.
Il fatto che la saga dedicata ai due personaggi non venga nemmeno menzionata nel libro di Nazareno Giusti rende subito chiaro come l’autore voglia soffermarsi su aspetti forse meno conosciuti della biografia di Guareschi, ma decisivi per comprenderne la personalità.
La selezione degli episodi e dei testi, ma soprattutto l’insistenza nella trattazione di alcuni eventi specifici – sulla quale ci soffermeremo più avanti – svelano una visione autoriale precisa da parte di Giusti.
Il Guareschi ritratto è quindi un bambino vispo e un adulto irriverente, indomito e fiero. Un giornalista e un militare che mal
sopporta ordini o imposizioni che non provengano dalla propria morale. Restio ai compromessi e ostinatamente controcorrente, Guareschi – nato nel giorno della Festa dei Lavoratori nelle terra delle cooperative rosse – sarà sempre un fervente anticomunista e la sua indipendenza e distanza dalle istituzioni lo porterà a vivere esperienze drammatiche come il campo di prigionia e il carcere.L’autore del volume costruisce la biografia dello scrittore attingendo a vari testi dello Guareschi (e non solo), puntualmente citati nelle pagine del volume. E’ evidente il lavoro di documentazione che sta alla base del suo approccio, così come la scelta degli episodi sui quali incentrare la narrazione, raccontati in prima persona attraverso la voce del protagonista. Una selezione che evidentemente non vuole essere un resoconto esaustivo dell’esistenza breve ma intensa dello scrittore (Guareschi morì nel 1968 a 60 anni), ma preferisce piuttosto focalizzarsi su alcuni eventi e periodi specifici e significativi della sua vita. Nella prima metà del volume, Giusti mette in scena la nascita e l’infanzia di Guareschi traducendone in immagini le memorie; il lettering fatto a mano si inserisce nelle vignette con naturalezza, divenendo parte della narrazione con il risultato di una grande coesione dal punto di vista grafico.
Il tratto del fumettista è spesso, semplice e sintetico; a tratti la preponderanza dei neri mortifica il colore e il dettaglio ed alcuni primi piani non sono sempre convincenti, ma egli riesce ad essere evocativo,
soprattutto nelle tavole di maggior dimensione e respiro. In alcune di queste, del tutto prive di testo, sono i disegni a comunicare, anche tramite la riuscita colorazione, le suggestioni quasi nostalgiche della campagna nella quale il giovane Guareschi cresce.Il tono leggero e spensierato che caratterizza questa prima parte cambia nel corso del racconto, innanzitutto sotto il profilo cromatico. Ciascuno dei capitoli nei quali è suddivisa la vicenda è contraddistinto da una gamma di colori dominante, con il giallo/arancio della prima parte che lascia il posto al verde, al marrone e al porpora che connotano le sezioni successive. In queste pagine Giusti racconta l’arrivo a Milano di Guareschi e la sua collaborazione con il settimanale Bertoldo, di seguito la sua chiamata alle armi ed il periodo oscuro della prigionia, a seguito dell’armistizio dell’8 Settembre del 1943. Si assiste ad un progressivo incupirsi del registro che perde le venature ironiche fino a divenire aspro e drammatico ed anche ad un cambiamento di ritmo nel racconto a fumetti.
Questa cesura tra prima e seconda parte risulta forse un po’ brusca, i toni bucolici e comici dell’incipit spariscono quasi completamente per lasciare spazio alle riflessioni amare del Guareschi prigioniero di guerra.
Le parti dedicate al testo, i dialoghi ma soprattutto le didascalie con la voce narrante del protagonista,
crescono fino ad occupare uno spazio importante della pagina, a discapito della narrazione condotta per immagini, che diventa più frammentaria o in alcune pagine semplice complemento a corposi pezzi di testo.Gli spessi tratti con i quali Giusti disegna i bordi delle vignette hanno alle volte la colpa di penalizzare le tavole, quasi oppresse da grossi recinti di cui la narrazione ed il lettore non sentono il bisogno, vista l’ottima leggibilità delle pagine dalla costruzione più libera, capace di valorizzare maggiormente i bei acquerelli dai confini labili e sfumati.
L’autore dedica le ultime pagine del libro al racconto
dell’esperienza del campo di concentramento, un episodio drammatico e intenso contraddistinto però da un’eccessiva verbosità; in quest’ultima parte il rapporto tra parti di testo e disegno è meno equilibrato, con un esito decisamente sbilanciato a favore del primo che appesantisce la lettura. Un difetto forse riconducibile al desiderio di restituire nella maniera più autentica possibile le parole di Guareschi e dalla forte partecipazione emotiva dell’autore che queste pagine hanno indubbiamente la capacità di emanare.Si potrebbe obiettare che il racconto della “Vita di Giovannino Guareschi” (come recita il sottotitolo in copertina) sia un racconto parziale, incentrato in maniera preponderante sul tema bellico, e come di conseguenza rischi di tradire le aspettative di chi cerchi un ritratto più conforme, completo e forse convenzionale della figura dello scrittore.
Ma è del resto una prerogativa dell’autore, fatta
A completare il mosaico c’è comunque il secondo volume, sempre edito da Hazard Edizioni, nel quale Giusti racconta altri episodi della vita dello scrittore, come il famoso scontro con l’allora Primo Ministro Alcide de Gasperi, che culminò con la carcerazione di Guareschi, ancora una volta disposto a pagare in prima persona pur di affermare la sua visione del mondo.
Abbiamo parlato di:
Non muoio neanche se mi ammazzano – primo volume
Nazareno Giusti
Hazard Edizioni, 2012
128 pagine, brossurato, colori – € 14,00
ISBN: 9788875021115
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