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Non ora, non qui - Erri De Luca

Creato il 15 maggio 2015 da Luz1971
Non ora, non qui - Erri De LucaIncipit: Finchè ebbe luce negli occhi, mio padre fece fotografie. Un intero scaffale si riempì di immagini nostre riprese nelle circostanze speciali come nelle comuni. Durò dieci anni, non di più, la raccolta: gli anni del primo benessere e della caduta della sua vista. Resta così documentata fino al dettaglio una sola età, forse l'unica che sono riuscito a dimenticare. Gli album, gli archivi non mi sorreggono la memoria, invece la sostituiscono.
Il solo libro di Erri De luca che ho letto e che mi è piaciuto per una serie di ragioni. Intanto perchè vi si racconta vita vissuta, e questo è sempre un valore aggiunto a un testo narrato. Mi è piaciuto per lo stile asciutto e diretto, e per il fatto che emerge da questo racconto un legame madre-figlio estremamente interessante. Un ruolo centrale rivestono queste fotografie scattate da suo padre nel giro di dieci anni, sono anzi il leit motiv di tutto il racconto. In quelle instantanee è facile immaginare la donna di ieri, e non vi nascondo che, non so come, mi ci sono immaginata mia madre stessa. Forse per le affinità con questa donna d'altro tempo, simile alla mia per i silenzi, il gusto per l'essenziale, e perchè come la mia è stata sempre abbastanza parca nel manifestare il proprio affetto.
Erri De Luca la racconta in modo anche sofferto, soffrendo di quel rimpianto che lo porta a pensare alle tante parole non dette, ad esempio. Quel tempo viene restituito in tutti i suoi colori, rumori e odori. E ci ho visto quelle stesse strade animate negli ultimi anni Settanta e poi negli Ottanta nel quartiere in Calabria dove abitavo io stessa.
Forse l'aspetto affascinante nel romanzo nasce proprio dal forte potenziale di immedesimazione. Ma so che un racconto come questo può parlare alla mia generazione come a qualsiasi altra. Cito un passaggio che ho amato molto:Molto del destino di ciascuno dipende da una domanda, una richiesta che un giorno qualcuno, una persona cara o uno sconosciuto, rivolge: d'improvviso uno riconosce di aspettare da tempo quella interrogazione, forse anche banale ma che in lui risuona come un annuncio, e sa che proverà a rispondere ad essa con tutta la vita. Forse l'ho amato per l'affinità con il celebre passaggio in "Castelli di rabbia" di Baricco: "accadono cose che sono come domande".Strano, ma nonostante questo libro mi sia piaciuto, non mi coglie il consueto desiderio di sempre: leggere tutto ciò che Erri De Luca ha scritto. Cosa sarà in fondo, questo stile lento che stempera i ricordi che non è ciò che cerco in questo periodo? Non saprei. Mi tengo questa piccola esperienza come bastevole ad averne compreso lo stile e le intenzioni.

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