Non per lamentarmi sempre…

Da Margheritadolcevita @MargheritaDolcevita

… però in questo post mi lamenterò. Portate pazienza.

C’ho provato a scrivere dei post lamentosi ma tutto sommato ironici e divertenti, ma non facevano ridere manco un po’ perché a ben pensarci non c’è un cazzo da ridere.

Busy è stata in ferie per due settimane e ovviamente in biblioteca è andato tutto meravigliosamente. Sembrava un ambiente nuovo. Intanto era ordinata. E poi apriva puntualmente. E poi la gente entrava e invece di un mugugno trovava un sorriso e un saluto. Ma purtroppo è tornata e la situazione è precipitata di nuovo. Il caos è tornato sovrano, con la sua maleducazione costante è sconvolgente che ancora nessuno l’abbia presa a sassate e io sono tornata ad essere un inutile ingombro da biblioteca che lei deve sopportare.

Sono veramente giù. E sono giù perché quando lei era in ferie ho dato prova che il suo lavoro lo so fare e lo so fare pure meglio, per il semplice fatto che sono una persona gentile, educata e che sa che non si trova a casa sua ma in un ambiente pubblico con libri, riviste e dvd appartenenti alla collettività. Non ci vuole un genio a fare quello che fa lei, ci vuole una persona normale.

Sono giù perché è tornata da tre giorni e io già oggi ero sull’orlo del collasso, sono arrivata così vicina al mandarla affanculo che mi stupisco di non averlo fatto.

Elenco delle cose che non sopporto di lei:

  • puzza. E no, bisogna dirle le cose, PUZZA. Di sudore. Quel sudore cattivo. Mi dispiace se è dovuto a problemi di salute, ma io che sono obesa non puzzo così nemmeno dopo tre giorni senza una doccia quindi penso che basti lavarsi;
  • arriva sempre in ritardo, 20/25 minuti in media, non chiede mai scusa, né a me né alle persone che aspettano e non saluta mai;
  • non saluta mai quando una persona entra e si avvicina al bancone, si rivolge agli utenti con versi del tipo “Eh” o “Oh” oppure, quando proprio è loquace, con il classico “Cosa vuoi?”;
  • è invadente, classico comportamento da maleducata quale è. Oggi è venuta una signora a chiedere per dei libri, signora che dopodomani parte per le vacanze. Busy le ha detto “Eh ma non poteva venire prima? Io non è che posso fare le cose di corsa”;
  • tratta i libri e la biblioteca come se fossero roba sua, per cui se ti servono tre libri lei decide di ordinartene solo due perché tre sono troppi;
  • non è assolutamente in grado di consigliare le persone. Non che per essere bibliotecari sia necessario essere degli avidi lettori o dei pozzi di scienza, ma anche all’ignoranza e alla manifesta incompetenza c’è un limite.

E questo è solo l’elenco delle cose che non riguardano me. Io qua non ci sono perché sono cose che coinvolgono gli utenti, mica me, l’ultima ruota del carro, l’inutile ingombro. Perché non capisce che io per la biblioteca sono una risorsa? Sono una risorsa gratuita che dura 100 ore. Una risorsa che, nonostante sia mancina, è in grado di svolgere quel lavoro e ne ha dato prova. Una risorsa che potrebbe permetterle di sistemare il caos che c’è in biblioteca e che solo lei sa come sistemare, di andare avanti con la catalogazione dei nuovi arrivi perché negli scatoloni ci saranno almeno 100 libri da inventariare ed esporre, ma no, io sono solo un inutile ingombro. In questi giorni pare si sia dimenticata il mio nome quindi ogni tanto mi chiama “Cosa”.

Parliamo del pomeriggio di oggi, orario di apertura 15 – 18.

15:00: arrivo io, arrivano due utenti

15:20: arriva lei, non si scusa per il ritardo, non saluta, apre e inizia a fare non si sa che cosa

15.30: si degna di dare ascolto ai due utenti

15:35: mi assegna l’oneroso incarico di timbrare 10 riviste e di riporle sugli scaffali

15:40: finisco il mio oneroso incarico, glielo comunico ma lei non ha tempo di dirmi cosa fare

15:45: inizio a sistemare il reparto bambini che è disastratissimo

16:00: mi areno perché non capisco la sua scrittura (A, H e R sono scritte allo stesso identico modo) e le chiedo se può spiegarmi dove vanno certi libri ma la mando nel pallone per cui lascio perdere

16:15: trovo due libri per un ragazzino, un terzo non lo trovo perché “Tu non sai dove cercarlo”

16:30: sistemo libri e dvd appena riconsegnati

16:45: mi siedo in un angolo nascosto e inizio a leggere Animali e altri attori. Storie di cani, gatti e altri personaggi di Franca Valeri

17:00: sto ancora leggendo

17:15: sto ancora leggendo

17:30: sto ancora leggendo

17:45: prendo la mia borsa ed esco, piuttosto convinta del fatto che lei non si sia assolutamente accorta della mia assenza

E tutto questo il comune lo sa. Anacleto dice che bisognerebbe dirlo in comune ma secondo me sanno tutto. Ma è un comune da terzo mondo a gestione famigliare, dove sono tutti in torta, tutti conniventi, tutti consapevoli del posto d’oro che occupano a spese dei cittadini a cui evidentemente tutto questo va bene.

Dopo tre ore di non lavoro (perché siamo tutti d’accordo che timbrare 10 riviste sia un non lavoro, ma lei con me fa così, come coi bambini che rompono i coglioni, “Tieni, colora questo disegno a mamma”) esco che sono a terra. Arrivo a casa che sembra che sia stata in miniera. Il bello è che quando lei non c’era e io lavoravo effettivamente (cioè facevo qualcosa, nella pratica) ero stanca un decimo di quanto non lo sono ora (prima ho dormito sul divano dalle 22 all’una, così per dire). Perché, al di là di tutto, al di là che sono una piaga e che sono pigra e che mi pesa il culo, io sto cercando di mettercela tutta, di dare il mio meglio e mi piace farlo, mi dà soddisfazione. A una signora che mi ha chiesto un consiglio ho suggerito un’autrice e quando è tornata mi ha ringraziato e ha preso in prestito altri libri della stessa scrittrice. Penso di essere discretamente brava, di saper stare al mondo civilmente nonostante tutti i miei problemi e le mie difficoltà, e mi piace star dietro al bancone, svolgere quel tipo di lavoro tutto sommato meccanico che non impiega molto il mio cervello ma che mi tiene impegnata, mi piace sistemare la roba e avere tutto ordinato (dopotutto l’ordine è il principio cardine su cui si dovrebbe reggere ogni biblioteca che si rispetti, dunque non quella dove lavora Busy), mi piace vedere le persone che vanno via con i libri che cercavano, è un tipo di lavoro adatto a me perché non richiede grandi capacità ma solo pazienza.

Anacleto dice che dovrei propormi di più e credetemi che lo faccio. Le chiedo se posso fare questo o quello, ma è sempre no, perché secondo lei non sono capace, non reggo l’ansia (ma l’ansia di che?!), che c’è tanto da fare e lei non ha tempo di spiegarmi, perché il programma è difficile (programma che durante la sua assenza ho imparato da sola ad usare in un quarto d’ora, immaginate voi quanto possa essere difficile) e boh altre cose che ormai ho smesso di ascoltare.

C’è però una cosa che mi dà ancora più fastidio di tutti questi comportamenti: quelli che si indignano ma poi su di me la pensano come lei. E sto scoprendo che è un gruppetto abbastanza numeroso. Non puoi trattarmi da deficiente e poi prendertela con lei se mi tratta allo stesso modo. Oh, forse sono deficiente, è possibile. Però almeno abbi l’onestà di ammettere che la pensi come una così, perché altrimenti è troppo facile.

Domani mattina ci devo tornare, pure domani pomeriggio. Come monte ore sono solo a metà strada. Ho idea che il libro della Valeri lo finirò molto in fretta. L’unica cosa che mi dispiace è che per questa merda di tirocinio con quella merda di persona sto trascurando i miei gatti che non se lo meritano affatto e sto dando un dispiacere ad Anacleto che mi vede sempre molto giù e abbattuta e non può fare granché.



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