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Non ponete a Siri domande troppo lunghe

Creato il 15 maggio 2013 da Redazioneatv @appletvblack

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Da oggi è meglio prestare attenzione alle domande che si rivolgono a Siri, l’assistente virtuale di Cupertino, perché potrebbe simpaticamente spazientirsi. Un aggiornamento sui server di Appleha infatti attivato una nuova feature per la voce robotica di iPhone e iPad, con cui verranno ironicamente rimproverati gli utenti dalle domande troppo prolisse.

Nulla di maleducato o irritante, in pieno stile Apple, solo un escamotage per le domande che Siri non è in grado di comprendere. Quando la richiesta dell’utilizzatore è troppo lunga, infatti, l’assistente non riesce a rispondere con un’adeguata ricerca sul suo database o sul Web. E così, anziché comunicare di non aver capito la richiesta, Siri ora cita autori famosi e prega il suo proprietario di essere più sintetico.

William Strunk, Thomas Jefferson e Hawkeye: sono queste le tre fonti ora presenti nel monte di soluzioni della voce robotica di Cupertino, almeno per quanto riguarda il mondo statunitense. Tutte accompagnate da «Can you ask me that again, with fewer words?», ovvero «Puoi domandarmelo di nuovo con meno parole?».

Ciò che differenza Siri dagli altri assistenti vocali mobile è la precisa volontà di Apple di umanizzare lo strumento. La vocina è da sempre ironica, a tratti sprezzante, e non perde occasione per raccontare una battuta di spirito o scherzare con il suo proprietario. La Mela non ha mai voluto che il suo prodotto risultasse troppo asettico per la vita di tutti giorni e, proprio grazie a questi stratagemmi, l’ha reso un fenomeno di culto. Certamente singolare è il fatto, ad esempio, che sul Web siano nati moltissimi portali che raccolgono le più disparate schermate delle risposte di Siri, alcune delle quali davvero esilaranti. Dall’amore a Dio, passando per il “miglior smartphone del mondo”, l’assistente ricorre all’ironia ogni qualvolta non abbia a disposizione una soluzione più che certa. Un sistema, quello dell’orientamento user-friendly, che regala all’utilizzatore un sorriso e permette ad Apple di nascondere alcune delle mancanze intrinseche – e di ovvia natura tecnologica – che impediscono a Siri di essere completamente dotata di intelletto.

 


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