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Non posso più perdere tempo a fare le cose che non ho voglia di fare. Di Stefano Gianuario

Creato il 24 giugno 2014 da Assugoodnews @assunta73

grandebellezza
E’ tornato a trovarmi. Stefano questa volta fa un’incursione sulla scena de “La Grande Bellezza” di Sorrentino per darci uno spunto di riflessione di quelli che ti restano in testa tutto il giorno. Quante volte ci troviamo a fare cose che non vorremmo fare per nulla al mondo? E’ tempo di smettere questa pratica per noi deleteria. Meglio scegliere, come Jep Gambardella, di impiegare il nostro tempo in quel che amiamo. Si, decisamente meglio.

Jep Gambardella docet: “non posso più perdere tempo a fare le cose che non ho voglia di fare”. Ed è una verità meravigliosamente vera quella del protagonista de “La grande bellezza”. Non importa che si sia visto o meno il film e, ancora meno conta che sia piaciuto; quando una cosa è sensata è sensata, che la dica Sorrentino per bocca di Servillo o un bevitore da bar scarsamente alfabetizzato, erudito parlatore in dialetto, insicuro e tentennante in italiano.
C’è solo da riconoscere e farne tesoro.

Così come se una cosa è stupida, il fatto che la dicano a migliaia o milioni, non la rende meno stupida.
C’è solo da riconoscere e allontanare.
C’è da fermarsi qualche istante, c’è da concedersi qualche attimo o le misure di tempo indefinite che più si aggradano, per riflettere.
Riflettere nel senso reale e letterale del termine, un po’ come guardarsi allo specchio e un altro bel po’ come guardare dentro o meglio, attraverso lo specchio.
In questo spazio indefinito c’è da osservare la propria vita.

No, non le grandi considerazioni complesse dell’umano vivere, che tanto non le considererebbe neanche l’ultimo degli aristotelici trasmigrati per errore in questa assurda nostra post modernità.
La vita intesa come quotidiano, come quella che corre e scorre tutti i giorni.
Quanti dei minuti e delle ore che viviamo si perdono in cose che realmente non si vogliono fare?

Ci sono le convenzioni sociali, ci sono le famiglie, adorate o detestate, c’è il lavoro, (per voi altri, noi facciamo i giornalisti, ergo non lavoriamo n.d.r.), ci sono impegni e incombenze nei quali capitoliamo con scarsa voglia o per obblighi che invero neanche dovremmo rispettare.
E via così, a ritrovarsi a sera con una sensazione di incosistenza, qualcosa come la sabbia tra le mani, che lascia appena un’idea di sporco apparente.
Ecco, tutta materia della quale si può serenamente fare a meno.

Basta prendere tutte le cose che si fanno “perché si deve” e smettere semplicemente di fare.
Se non c’è interesse, non vi sarà partecipazione, se non vi è partecipazione, non ci sarà sentimento, quindi perché spendersi per un qualcosa che riuscirà a metà e che arriverà a destinazione poco e male?
Meglio dedicarsi a qualcosa che si ha voglia di fare, a qualcosa per se stessi, a qualcosa che fa bene. Che il benessere, l’energia pulita, il pensiero positivo, l’amore o come diamine lo si voglia definire, tanto la sostanza non cambia, genera un’altra volta amore, pensiero positivo, energia pulita, benessere.
Non vi pare?

Provare per credere, che tanto l’altruismo è la forma più becera dell’egoismo e ci si può sempre concedere il lusso di cambiare idea.
Vedrete quanta bellezza c’è nello stupirsi.
Che, a conti fatti, lo stupore è l’unica cosa per la quale non si perde mai tempo.

Di Stefano Gianuario



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