Per scelta non ho e non voglio figli. Non è questione di vantaggi o svantaggi, ma di indole dell’uomo. Noi esseri umani, come tutti gli animali, siamo portati alla procrezione per la conservazione della specie. Non ha caso la natura ha reso l’atto sessuale piacevole: proprio per favorire nuove nascite. INGANNATI DALLA NATURA.
Sarebbe soprattutto una soluzione contro la sovrappopolazione, l’innalzamento degli oceani e la povertà…
Bambini: “costosi e inquinanti” Ti sta a cuore l’ambiente? Non fare figli!
Puoi vivere in una casa ad alta efficienza energetica, muoverti solo a piedi, in bici o con i mezzi pubblici, volare poco, comprare a chilometri zero, mangiare vegano. Per tutta la vita. Tutto ciò non contribuirà neanche lontanamente a migliorare l’ambiente quanto la decisione di non mettere al mondo un figlio!
Del resto i danni della sovrappopolazione sono ormai palesi, solo un bigotto, un paternalista o un celebroleso potrebbero affermare che è il “numero a fare la forza”. Stiamo depauperando questo povero pianeta con la nostra presenza ipertrofica.Il nostro pianeta non è compatibile con un numero indefinito di esseri umani e dal momento che la pianificazione familiare mondiale non è ancora possibile è bene educare almeno qualcuno a ridurre la natalità. È ora di sfatare il “mito” della procreazione senza se e senza ma.
Gli umani hanno creato molte cose divertenti in un milione di anni ma divertenti solo per gli umani. Al pianeta e al resto delle sue specie abbiamo portato solo guai. Staranno meglio senza di noi. Non parlo di sterminio o suicidi. Dico solo: non procreate, grazie.
Ci sono anche i numeri: ogni figlio “costa” 9.441 tonnellate di CO2, moltiplicando con la sua vita il tuo contributo all’inquinamento dell’atmosfera. E i “danni” della discendenza? Incalcolabili.
Si può uscire da questo schema mentale, da questa consuetudine dettata dall’istinto, da questo modo di vedere le cose talmente diffuso che è spesso definito ovvio, scontato, normale. Il progresso ha poi portato nuovi bisogni e nuovi modi di vivere, dell’atto sessuale si è tolto, con gli anticoncezionali, l’aspetto procreativo lasciando solo il piacere.
E’ sano proiettare sui figli tutti i nostri desideri e le nostre aspirazioni?
Oggi gli adulti proiettano un’infanzia ideale sui figli, viziandoli senza responsabilizzarli. Nel contempo, ci si aspetta così tanto da loro in termini di socievolezza, di risultati scolastici, di eccellenza, di successo che i genitori saranno per forza delusi e i figli schiacciati dal peso della pressione. La coppia che non divorzia “per il bene dei figli” e vive una relazione miserabile, o le persone che si privano di un certo tipo di vita, di carriera, di avventura con la scusa dei figli, ma in fondo perché non hanno il coraggio di affrontare e realizzare i propri desideri.Motivo addotto Vero motivo Alternative consigliate
«Non posso farci niente, è una pulsione biologica.» Non si chiede (o non vuole chiedersi) quali sono le sue motivazioni. Ci sono istituzioni specificamente addette alla cura di coloro che non sono in grado di controllare le proprie pulsioni biologiche.
«Voglio dare dei nipoti ai miei genitori.» È ancora in cerca dell’approvazione dei genitori. Vivere la propria vita ed incoraggiare i genitori a fare altrettanto.
«Semplicemente mi piacciono i bambini.» Ha perso il contatto col proprio fanciullo interiore e con i bambini che già sono al mondo. Ricorrere all’adozione o all’affido. Lavorare con i bambini, insegnare.
«Possiedo geni umani superiori.» Non è in grado di riconoscere un ossimoro. Soffre di megalomania. Fare grandi cose direttamente con i propri geni, piuttosto che aspettarsi che le faccia la prossima infornata.
«Ho bisogno d’aiuto nella mia impresa.» Il lavoro costa troppo. Considera inopportune le leggi sullo sfruttamento minorile. La meccanizzazione offre vantaggi molto più immediati.
«Voglio qualcuno che si occupi di me quando sarò vecchio.» Ha paura di invecchiare. Ha una personalità incline allo sfruttamento. Risparmiare in vista della pensione. Essere gentili col prossimo, così da assicurarsi visite future in istituto.
«La gravidanza e il parto sono esperienze di vita.» L’indottrinamento sociale limita le sue possibili scelte di vita. Dedicarsi ad esperienze di vita diverse.
«Una buona famiglia è essenziale per fare carriera e per avere una posizione sociale salda.» Soffre di insicurezza sociale. Vuole un figlio da esibire come trofeo per migliorare il proprio status. Per le occasioni speciali, affittare dei bambini da un’agenzia che si occupa di talenti. Ricorrere ad altri simboli di status comunemente riconosciuti come prestigiosi.
«Vogliamo creare una nuova vita che incarni il nostro amore reciproco.» L’ego moltiplicato per due meno l’immaginazione fa tre, o anche di più. Dedicarsi al giardinaggio. Adottare un torrente o un sentiero. Darsi al recupero di animali abbandonati. Proteggere e recuperare ecosistemi per incarnare il proprio amore.
«Voglio dei figli miei (che ancora non esistono) per avere tutte quelle cose che non ho mai avuto.» Infanzia, desideri e fantasie insoddisfatti. Affrontare i rimpianti e godersi la vita. Curarsi dei bambini che già sono al mondo.
«Voglio portare avanti il nome della mia famiglia.» Tenta di compiacere il padre. È vittima delle superstizioni legate al mito della linea del sangue familiare. Creare qualcosa di duraturo e dargli il nome della famiglia. Donare sangue per perpetuarne la linea.
«Voglio vedere una versione in piccolo di me stesso.» Manifesta egocentrismo. Manca di gratificazione dell’io. Ordinare una bambola su misura a propria immagine. Costruirsi una vita in grado di fornire gratificazioni.
«Dio vuole che io lo faccia.» Manifesta obbedienza acefala ai piazzisti del dogma che vogliono un gregge più numeroso. Investigare la vera natura di Dio, qualsiasi cosa crediate che Dio sia.
«Mia moglie/mio marito vuole un figlio.» Si arrende per timore di perdere il partner. Comunicare i propri veri desideri. Il partner potrebbe credere che a volere dei figli siate proprio voi. Affittare una bambola che simuli un bambino in modo realistico.
«Voglio un figlio che sia sangue del mio sangue.» Desidera un’estensione del proprio ego. È potenzialmente razzista. Riconoscere il valore della gente con un corredo genetico diverso dal proprio.
«Per me è una questione spirituale.» Trova che ogni altra ragione sia troppo facile da scardinare. Rivolgersi ad esperienze che siano veramente spirituali.
«Ho sempre voluto dei figli, è quel che fa la gente normale.» Accetta supinamente i condizionamenti culturali. Provare a considerare delle alternative. Interrogarsi circa le proprie aspettative. Ricorrere all’adozione.
«Voglio cementare la relazione col mio partner.» Teme il fallimento del proprio matrimonio. Parlarsi per rafforzare la relazione. Fare delle vacanze insieme per rendere più solido il legame di coppia.
«Amo i bambini.» Ha una visione a breve termine della realtà. I bambini diventano presto adulti. Dedicarsi ad un mestiere nel quale ci si occupa di bambini.
«Essere madre è la più elevata delle vocazioni femminili.» È stata indotta a credere che compiacenza e libera scelta siano la stessa cosa. Si può essere madri o padri anche senza mettere al mondo dei figli. Molti bambini attendono che qualcuno dia loro una casa.
«Mio figlio potrebbe trovare il modo per salvare il mondo.» Soffre del complesso della “Madre di Dio” (quel complesso può colpire anche gli uomini). Se vuoi che una cosa sia ben fatta, fattela da te.
«Sto tentando di avere un maschio/una femmina.» Manifesta egocentrismo, insicurezze circa la propria identità sessuale e insoddisfazione verso i figli che ha già. Apprezzare quel che si ha, tenendo presente che i figli attuali potrebbero provare risentimento verso i fratelli/sorelle del sesso preferito dai genitori.
«Lo voglio e basta.» Lo vuole e basta. Avere dei figli preclude la maggior parte delle altre cose che si vogliono e basta.
«Voglio qualcuno che mi ami e che non mi lasci mai.» Ha paura d’essere abbandonato. Manifesta problemi di relazione. Amare per essere amati. Accettare il cambiamento ed affrontare le perdite.
«La nostra economia ha bisogno di lavoratori giovani per sostituire quelli che vanno in pensione.» È desideroso di sacrificare i propri discendenti per il bene dell’Economia Nazionale. L’automazione riduce il bisogno di schiavi del salario. Prendere in considerazione i diritti di coloro che ancora non sono stati concepiti di rimanere tali.
«Il mondo ha bisogno di più gente come noi, o saremo sopraffatti numericamente.» Manifesta elitismo e xenofobia. Considera l’eugenetica un rimedio più semplice da attuare rispetto al genocidio. Convertite gli altri alla vostra causa, così ci saranno più persone come voi e meno come “gli altri”.
«Posso anche farlo, tanto il pianeta ormai è comunque condannato.» Natalismo nichilista. Prendere in considerazione il valore etico del condannare alla vita e alla morte un innocente in un mondo destinato al collasso ecologico.
«Mi piacerebbe ottenere un senso di immortalità.» Teme la morte e la non-esistenza. Accettare la caducità. Diffondere le proprie idee anziché i propri geni. Gli eredi di Socrate non sono identificabili, ma le sue idee continuano ad esistere.
«Il mio orologio biologico è impazzito.» Nelle società puritane si trova difficile accettare che il picco del desiderio sessuale, nelle donne, arrivi tra i 30 e i 50 anni d’età. Disattivare quella bomba mentale impiantata culturalmente. Fare l’amore senza fare figli va benissimo.
«Non lo so.» Non ci ha mai pensato. Soffre di conformismo acefalo. Pensare prima di procreare — si potrebbe finire per decidere di non farlo.
«Più avanti negli anni, quando sarà troppo tardi, potrei pentirmi di non aver fatto quell’esperienza.» Teme le preoccupazioni future e che la vita fugga troppo in fretta. Non è possibile provare ogni esperienza. Molto meglio rimpiangere di non aver avuto figli che rimpiangere d’averli avuti.
«Non voglio negare ai miei figli (che non esistono ancora) le gioie dell’esistenza.» Ignora la mancanza di gioia nei bambini che sono già al mondo. Promuovere l’esistenza della gioia, piuttosto che immaginarla nella mera esistenza.
«La procreazione è stata tradizionalmente una fonte di rafforzamento personale per le donne.» Teme la mancanza di potere. desidera quel potere e quel rispetto che la società sembra dare alle madri ma che certamente sottrae ad altri. Le madri ricevono più un sostegno fatto di sole parole che del vero rispetto. Rincorrere una famiglia non costituisce “rafforzamento”. Cercare fonti di rafforzamento che siano tali di per se stesse.
«Si possa noi vivere a lungo edestinguerci»
Invito a non aver timore a parlare apertamente, senza peli sulla lingua, della scelta di non avere figli. Parlarne con chi è un genitore e chi non lo, senza la paura di ferire i sentimenti altrui, può aiutare ad avere interessanti simpatiche conversazioni..