RANDAZZO ( RANNAZZU)
Dipinto di Santina Gullotto
Come molte città della Sicilia, le origini si perdono nella notte dei tempi e, come tradizione ottocentesca, ognuno voleva dare alla propria città nobili origini, se non proprio “divine”.
A questa regola non scritta, non sfuggono neanche i nostri storici locali di quel periodo.
Porta Mosto
La Città di Randazzo, secondo lo storico randazzese, arciprete e canonico don Giuseppe Plumari (1770-1851), sacerdote colto che dedicò l’intera sua vita a darne memoria storica, sarebbe il risultato della fusione di una preesistente pentapoli: Triracia, Triocala, Tissa, Demena e Alesa. Esse, distrutte nel periodo delle guerre civili di Roma, sarebbero rinate ad opera dell’imperatore Ottaviano in quel sito che sarà poi Randazzo; trarrebbe il suo nome dalla corruzione del nome Triracium, divenuto prima Rinacium, poi Ranacium ed infine Randacium, da cui Randazzo Il nome della città di Randazzo deriva dal termine dialettale “rannazzu”, che significa “molto grande”, per indicare un insediamento molto esteso.
Con la conquista musulmana della Sicilia, per sfuggire alle incursioni degli arabi che dalla costa ionica si spingevano verso l’interno risalendo lungo il fiume Alcantara, gli abitanti di quelle contrade dovettero necessariamente abbandonare i loro villaggi
per trovare maggior sicurezza spostandosi verso ponente, e precisamente laddove oggi si trova la città, in quanto la zona era ben protetta da un alto ciglione lavico preistorico, dal fiume Alcantara e da una grande palude ad ovest. La storia della Sicilia e, quindi, di Randazzo è un lungo racconto di invasioni e di governi stranieri.
Nel sec. XIII la città ebbe un proprio esercito che lottò in favore del re contro i ribelli. Sotto i re svevi, soprattutto con Federico Il, Randazzo godette di un
Nel 1210 l’imperatore e la moglie Costanza d’Aragona si rifugiarono a Randazzo per sfuggire alla terribile peste che imperversava a Palermo. Molti fattori come il clima salubre, il bel paesaggio, la calorosa accoglienza, una vita sociale attiva, convinsero Federico a stabilire in questo luogo la sua residenza reale con tutta la corte e di fare di Randazzo una grande roccaforte di difesa. Fece riparare le mura di cinta e le otto torri e conferì titoli nobiliari ai cittadini che costruirono splendidi palazzi vicino al Castello.
Santina Gullotto