Tra gli ex si nota anche Marco De Agostini. L’autonomista aveva firmato contro l’istituzione dell’Associazione degli ex consiglieri, «ma soltanto perché volevo che la Regione non la gratificasse di contributi. Oggi sono qui perché mi hanno invitato e non so bene di cosa parleremo»…«Di certo – aggiunge De Agostini – quella norma ha trattato tutti allo stesso modo, ma non tutti gli ex consiglieri erano uguali. Io ad esempio, assieme al collega del gruppo mi dovevo occupare di sette commissioni. Il che voleva dire che lavoravo giorno e notte. Senza contare che versavo il 30% dell’indennità al mio partito, il Movimento Friuli. Insomma, senza il vitalizio io non saprei cosa fare visto che la mia pensione di anzianità ammonta a 378 euro mensili. Ricordo che la mia prima indennità fu di 802 mila lire che non bastavano a pagare le due commesse che ero stato costretto ad assumere perchè non riuscivo a seguire personalmente il negozio». (dal Messaggero Veneto, 1 aprile 2015, Domenico Pecile)
La vicenda dei vitalizi regala ogni volta un report degno di Pagliaccionia, non fosse che siamo in Friuli Venezia Giulia, i vitalizi non esistono e i politici sono dotati di etica, frico e buon senso. Marco De Agostini è un ex consigliere regionale che si avvicina ad anni 76, storico friulanista e nemico della Casta, al punto da ricorrere millanta volte al Tar, invano, contro la proclamazione degli eletti.
Consideriamo l’osceno vitalizio un diritto acquisito (se lo sono fatti da loro, potevamo evitare di votarli e rivotarli) e, come da nostro tweet, ci teniamo il diritto acquisito al lancio dell’incudine. Ma quanto mai prenderà un ex che racconta il suo vitalizio come una sorta di salvagente? Mille euro, 2mila euro? Ingenua ipotesi di chi dimentica l’impegno di lungo periodo di De Agostini. Da quando ha compiuto 60 anni, il fustigatore della Casta si porta a casa 5.529,23 euro al mese. Da un mese, da quando cioé il Consiglio regionale ha votato per un prelievo di solidarietà, siamo un po’ più bassi: 5.072,13. Lordi, sia chiaro.