Questo non è un bel mondo. E questa non è propriamente quella che si chiama “notizia”. Questa volta nella trafila dei post per aspiranti suicidi non vi parlerò della malinconia, ma di qualcosa di più consistente, di più latente: la nausea di essere.
Ho la strana sensazione che non riusciremo mai a liberarci di questo inquieto male di vivere, nonché la certezza che la sofferenza ci appartiene al punto tale che se tutto nella nostra vita va bene, siamo capaci di…distruggere. Sembra quasi che, di tanto in tanto, abbiamo la fisiologica necessità di stare male e di far star male.
Francamente riuscire a risolvere il mistero dell’origine del mondo non ci sarà molto utile se prima non saremo riusciti a penetrare il mistero dell’anima umana.
Questa nausea di essere non è l’anticamera della depressione, tutt’altro: è una lucida presa di coscienza, un’affermazione del proprio io sulla vita che fa schifo.
Chi ha rinuciato alla modalità dell’avere e ha perpetrato quella dell’essere può arrivare a definire la propria solitudine esistenziale, a carpirne i limiti, pertanto ad essere nauseato non da una, ma da entrambe le pillole, quella rossa e quella blu.
Qualsiasi cosa tu sceglierai, sarà game over.
Il fallimento è la costante della Storia Umana.
Siamo destinati a illuderci.
Ci vuole coraggio? Ci vuole passione? Ci vuole speranza?
Buona vita.