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Non si butta via niente

Creato il 28 febbraio 2014 da Simone D'Angelo @SimonDangel
Non si butta via niente

Produrre carburanti dai rifiuti vale 300mila nuovi posti di lavoro in Europa

Si potrebbero creare fino a 300mila posti di lavoro in Europa entro il 2030 investendo di più in biocarburanti provenienti da scarti dell’agricoltura e rifiuti industriali e urbani. Ad indicarlo è uno studio pubblicato da una coalizione di ong ed istituti di ricerca, in cui si sottolinea come in Italia, precisamente a Crescentino, vicino a Vercelli, ci sia il primo e più efficiente impianto al mondo per la produzione di biocarburanti da rifiuti. L’impianto è frutto di un investimento di 150 milioni €, impiega 100 lavoratori e produce 60mila tonnellate di bioetanolo all’anno.

La costruzione degli impianti, la raccolta di residui agricoli e forestali e il processo di raffinazione dei biocarburanti farebbe crescere ulteriormente l’occupazione. Inoltre entro il 2030 questi biocarburanti potrebbero sostituire 37 milioni di tonnellate di petrolio all’anno, ovvero il 16% della domanda di combustibili per i trasporti su strada.

«La tecnologia per la produzione di biocarburanti ha un grande potenziale», spiega Piero Cavigliasso, responsabile Relazioni istituzionali della Biochemtex, proprietaria dell’impianto di Crescentino. «Dopo anni di ricerca il nostro impianto è pienamente operativo e la nostra esperienza potrà servire per aprire bioraffinerie simili negli Stati Uniti, in America Latina, Asia e Africa. Ora sta alla politica creare il quadro adatto perché il nostro non resti solo un investimento di nicchia. Compito dell’Unione Europea è agire seriamente per l’abbattimento delle emissioni di CO2 provenienti soprattutto dai trasporti».

«Con le adeguate garanzie a livello ambientale i biocarburanti da rifiuti possono contribuire a diminuire la nostra dipendenza dal petrolio e creare occupazione», si esprime Pietro Caloprisco, policy officer di Transport & Environment, una delle ong che hanno collaborato allo studio. «Ma perché queste previsioni diventino realtà bisogna distinguere i biocarburanti sostenibili da quelli inquinanti», come quelli derivanti dall’uso indiretto del suolo.

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