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Non siamo in crisi, siamo in guerra contro il cuore di tenebra
Creato il 16 gennaio 2014 da AstorbrescianiFantascienza? Esagerazioni? Chiedetelo ai greci. Chiederlo ai disperati che fuggono dalle guerre in Africa o ai cinesi schiavizzati nelle fabbriche sommerse è fin troppo facile. E chiedetelo a molti nostri connazionali che si sono ritrovati poveri dall’oggi al domani, magari dopo una vita di fatica e rispetto delle leggi. Non avete anche voi la sensazione d’essere in guerra? Non avete sentore della minaccia costante? Io ce l’ho, questo timore. Non riconosco più la madre patria, che un incantesimo ha trasformato nella cattiva matrigna, e il cuore si accartoccia se penso a come siamo ridotti male. Abbiamo barattato la sovranità nazionale per un piatto di lenticchie, ci siamo fatti condurre al massacro da uomini che la storia bollerà come traditori, abbiamo avvallato con la nostra inedia la scarnificazione del tessuto socio-economico nazionale, non ci siamo accorti che il Nuovo Ordine Mondiale, con la complicità di una classe dirigente vile e collusa, stava mettendo in atto una terrificante strategia ai nostri danni. Quale? Indebolirci, renderci vulnerabili e miserabili, facilmente influenzabili e gestibili. Un uomo benestante e consapevole della sua forza non rinuncerà mai al proprio orgoglio, alla dignità, alla libertà. Ma togliete a un uomo il lavoro, la casa e persino la famiglia. Opprimetelo con tasse inique e con svariate forme di ingiustizia. Toglietegli la fiducia e la speranza nel futuro. Gli avrete rubato l’anima oltre che la capacità di lottare. È quello che sta accadendo in Italia, una nazione che il Grande Fratello ha deciso di declassare, e non solo sul piano finanziario. Siamo in guerra contro un nemico di cui non conosciamo il volto ma che conosce le nostre debolezze e intende stremarci, fare di noi tabula rasa. Siamo stati aggrediti di notte, sistematicamente, con una tattica intelligente e feroce che prevedeva il progressivo logoramento delle risorse pubbliche e dell’iniziativa privata. È una guerra omeopatica. Un po’ di veleno ogni giorno, così da non accorgerci dei suoi effetti, per assuefarci. Un esempio eclatante è offerto dalla pressione fiscale, la cui crescita è stata progressiva ma dosata, affinché non ci accorgessimo in tempo reale del processo di strangolamento attuato.
La settimana scorsa, recandomi nel municipio della mia città per contestare una cartella esattoriale, ho posto una domanda al funzionario. “Perché vent’anni fa pagavamo molte meno tasse e il debito pubblico dello stato era minore, e i comuni erano ricchi?”. Dopo averci pensato un po’, mi ha risposto: “Lo spreco”. No, se siamo in croce non è solo a causa dello spreco, che certamente è uno dei maggiori fattori critici del nostro declino. Ci sono altre ragioni. Ci hanno costretto a chinare il capo ricorrendo a leggi e provvedimenti incostituzionali, decisioni politiche autolesionistiche, manovre atte a destabilizzare non solo il Paese ma ogni italiano di buona volontà. Degli stronzi collusi coi mandanti, dei responsabili del crollo dell’Italia, è superfluo che parli. La guerra cambia le fortune, c’è gente che ha cavalcato la Caporetto socio-economica per diventare più ricca e arrogante. Alla faccia della brava gente. Rendiamocene conto, dunque, non stiamo vivendo un periodo di crisi passeggera ma un’involuzione organica, inesorabile. Povertà e disoccupazione sono inarrestabili. I giovani agonizzano e il Paese è sempre più vecchio, decrepito. Siamo in guerra e nulla sarà più come prima. L’Italia è devastata sotto ogni punto di vista, incapace di reagire ai continui attacchi esterni e intestini. Ritornare alla normalità è quasi impossibile. Pur tuttavia, non dobbiamo smettere di combattere le nostre battaglie quotidiane, nella speranza che prima o poi possa sorgere un movimento organizzato di resistenza capace di puntare il dito sul mostro e sfidarlo apertamente. Dobbiamo confidare nella nostra creatività, nell’imprevedibilità del popolo italiano per non soccombere del tutto e diventare una semplice espressione geografica. Ma soprattutto… Mi viene in mente questa frase del Papa Giovanni Paolo II: “Come al tempo delle lance e delle spade, così anche oggi, nell’era dei missili, a uccidere, prima delle armi, è il cuore dell’uomo”. Dobbiamo trovare la forza di smascherare e trafiggere questo cuore di tenebra, anziché uniformarci al suo battito. Perché il nemico non è solo fuori, capita che si annidi dentro di noi.
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