Nonostante abbia superato i cento anni, in una recente intervista a Repubblica afferma:
“Sono molto contrario a questa presunta autorità degli anziani. I ragazzi hanno molto da insegnare, specie per le loro competenze tecnologiche e informatiche. Mi interessano molto questi argomenti: telefonini, internet, nuovi linguaggi. Non bisognerebbe mai smettere di imparare.”
Non smettere mai di imparare è l’unica soluzione per restare dentro la società, per sentire di avere ancora qualcosa da dire e da fare. Non smettere di imparare è l’unica via per combattere la figura dell’anziano inutile alla società contemporanea perché incapace di capire e adeguarsi al nuovo.
Il giornalista Massimo Fini sostiene che l’anziano, da figura saggia ed intoccabile, diviene scomoda marionetta della società contemporanea. Fini ha sicuramente ragione, ma esiste un antidoto. Ed è quello di Dorfles: mai smettere di imparare. Che poi è lo stesso della Montalcini, (leggetevi Abbi il coraggio di conoscere) altro esempio di anziana che non ha smesso di imparare.
Non sempre vecchiaia equivale a saggezza. Ecco quello che afferma Dorfles:
“l’età c’entra poco con la saggezza: conta la maturità, l’autonomia di giudizio, l’osservazione, le letture, le visioni.”
Un insegnamento necessario per gli anziani (ma anche i giovani), che troppo spesso si piangono addosso. Mai colpevolizzare l’altro, mai colpevolizzare la società; è necessario partire da se stessi, fin da giovani, per costruirsi una vecchiaia ricca, viva, aperta al nuovo. Di anziani come Dorfles, la società moderna, ne ha bisogno, eccome.
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