Saranno gli anni, saranno questi ultimi vent'anni, saranno gli attori, ma mai come questa volta tutta risulta chiaro e palesemente evidente. Si inviano all'elettorato (potenziale) una marea di segnali di marketing dai contorni imprecisati e con poca sostanza.
A destra è la fiera degli 'O bei 'O bei.
Da una parte, quella becera di sempre, che chiamare populista le si fa solo un piacere.
Tasse che saltano magicamente, allocazioni fiscali a livello locale che sono impensabili in uno stato con questa struttura, agevolazioni per chi sale, chi scende e chi muore.
Poi quella più presentabile, appena nata, che si definisce centro ma che ha come centralità solo sparigliare le carte, trovarsi un proprio posto al sole e continuare una politica sì rigorosa dal punto di vista ragionieristico ma soprattutto al servizio del grande potere finanziario, sempre più in cattedra in questo mondo occidentale senza più produzione.
Poi ci sono gli altri, la miriade di movimenti, liste, partitini, associazioni e chi ne ha più ne metta, che non si capisce bene cosa vogliano ma probabilmente sono solo portatori d'acqua al servizio del loro padrone.
Penso a personaggi imbarazzanti come quel giornalista dalla mise inqualificabile, a quelle cose che con il Sud in fondo che si muove in Sicilia, a singoli uomini sorti dal nulla che dovevano essere i volti nuovi della destra, a poi altri, altri ancora, sempre di più. Alla faccia del bipolarismo.
Sempre qui dentro, abbiamo il comico, il movimento che tutto distrugge, che tutto insulta, che tutto dileggia, senza proporre nulla in cambio, perché non ha strumenti, uomini e cultura per poterlo fare. Ha solo bava alla bocca, solo insulti. E recitazione.
Una tristezza.
Poi c'è la sinistra.
Se pensiamo a ex magistrati che improvvisamente si inventano un ruolo di raccordo politico io, come sempre, sono contrario. Contrario ai magistrati in politica, contrario a uomini-guida che dettano legge, contrario alla personalizzazione della politica e dei nomi sui simboli. Questo da sempre. E comunque che dicono, questi?
E poi c'è il grande raggruppamento che viene dato da tutti per vincitore (toccate tutto, ma proprio tutto...) che si è rifatto un volto, è l'unico schieramento politicamente rispettabile e con garanzie democratiche che nessun altro può vantare. Ma dove vuole andare, sinceramente, io non lo capisco.
Bene lo scontro ha questo scenario, ha questi pretendenti e sinceramente la voglia è di mandare tutto al diavolo.
A oggi, se non sbaglio, il 40% degli elettori è indeciso, forse anche di più, all'interno dei quali molti non andranno proprio alle urne.
Non votare non si fa. Sarà un diritto, sarà una posizione 'politicamente' definita, ma non si fa. Un po' perché è come regalare i propri diritti a qualcun'altro, un po' perché la democrazia di rappresentanza è l'unica, per ora, forma di partecipazione democratica che il mondo ha conservato.
Quindi non votare, scusate, è proprio da stupidi.
Quindi votate, votate, votate e non lasciatevi trascinare dalle sirene dello sfascio.
Per chi votare?
Alla fine la grande coalizione di sinistra prendera la mia mano e mi imporrà di mettere una bella croce sul loro simbolo, ma dire che ne sono convinto sarebbe raccontare una frottola gigantesca.
Ormai la politica è la scelta del meno peggio, della scelta per esclusione.
Una vera sofferenza, della mente e del cuore.
Comunque vi dò le mie previsioni, che significa il caos totale:
Sinistra 40%
Destra 30%
Centro 20%
Resto 10%
Ci scommetto...un caffè.
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